Garlasco, l’ex procuratore di Pavia: «Chiesi io l’archiviazione per Sempio, la prova scientifica era inutilizzabile»
«Io stesso ho disposto nuove indagini. La nuova indagine dovrà tenere conto della sentenza passata in giudicato»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, in una nota del suo legale Domenico Aiello, ricorda la vicenda delle archiviazioni chieste e disposte dal gip nei procedimenti a carico di Andrea Sempio, indagato ora in concorso con ignoti nell'ultima inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi. E sottolinea di aver disposto lui stesso «nuove indagini su istanza della difesa Stasi». Nella nota anche l’invito ad «attenersi ai fatti nella loro oggettività e continenza» in merito alle notizie sulle nuove indagini sul delitto di Garlasco, evitando «ulteriori narrazioni e ricostruzioni diffamatorie e lesive del decoro e del patrimonio di onorabilità» dell'ex magistrato, oggi in pensione. Aiello ha ricordato inoltre che, nelle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, Venditti «non ha mai svolto la funzione di magistrato» presso la Procura di Vigevano, allora competente, «né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione». «Venditti dunque - conclude Aiello - non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi».
Dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna di Alberto Stasi Venditti «è stato co-assegnatario (dunque non unico), di un fascicolo di indagine su Andrea Sempio, originato da un esposto della difesa Stasi e sulla scorta delle risultanze certificate dai consulenti della Corte d'Appello di Milano già anni prima, mai contestate dalla Procura Generale», l'ex magistrato dispose comunque «nuove indagini, all'esito delle quali ritenne di chiedere «l'archiviazione della ipotesi investigativa, attesa la inservibilità e infruttuosità della prova scientifica dedotta, attestata dai consulenti del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri e valutate gli esiti delle successive indagini tempestivamente disposte».
Il gip la accolse decretando la conclusione dell'indagine nel marzo 2017. «Un secondo fascicolo contro ignoti - ricorda ancora Venditti - invece viene originato da una informativa dei Carabinieri a seguito di un esposto della difesa Stasi, che «lamentava atteggiamenti persecutori, di pedinamenti, violenza e disturbo in danno di una stimata collega» della stessa difesa. «In questo peculiare contesto i carabinieri di Milano, che indagavano su molestie e disturbi alla difesa, trasmettono nel 2020 una informativa a Pavia» in cui si evidenziavano «una serie di anomalie nelle precedenti indagini [...] riscontrando elementi che potrebbero non mettere fine ad una vicenda giudiziaria».
L'ex magistrato ricorda che «già prima di questa informativa dei Carabinieri, sulla vicenda si era formato da anni» il giudicato e che «due vertici di Procure Generali presso la Corte di Appello, Milano e Brescia, questa ultima competente per la revisione della sentenza di condanna, nulla avevano disposto e perfino rigettato o ritenuto inammissibili le numerose istanze di revisione. La sentenza rimaneva dunque inamovibile e cosa giudicata». Venditti, quindi, «considerata la attestata infruttuosità della prova scientifica, richiamando i motivi della precedente archiviazione, e vista la assoluta carenza di riscontri oggettivi alle enunciate e mai provate anomalie delle precedenti indagini», chiese l'archiviazione del fascicolo che fu decretata da un altro magistrato dell'ufficio Gip di Pavia.
«Ancora oggi la sentenza di condanna rimane cosa giudicata e dunque inamovibile, vincolante per le parti a presidio dei cardini costituzionali del diritto di difesa e stabilità della giurisdizione - conclude la nota del legale di Venditti - . La recente iniziativa della Procura di Pavia, del tutto legittima, dovrà in ogni caso tenere in conto il giudicato formatosi dieci anni orsono. Pertanto è facilmente prevedibile che sarà a breve riproposta una nuova istanza di revisione del giudicato su nuove prove mai prima prodotte».
(Unioneonline)