“Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato. Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma. Non credo che la piccola Elena sarebbe d'accordo con quelle parole, come ogni bambino”.

Lo ha detto monsignor Luigi Renna, arcivescovo di Catania, a chiusura dell’omelia in occasione dei funerali di Elena Del Pozzo, la bambina di 5 anni uccisa lo scorso 13 giugno a Mascalucia dalla mamma Martina Patti, 23 anni, che si trova in carcere dopo aver confessato il delitto.

Una cerimonia toccante. Il feretro della piccola è giunto nella cattedrale accolto da un lungo applauso e da un volo di palloncini bianchi. In centinaia attendevano il carro funebre, sul sagrato una decina tra corone e cuscini di rose bianche, gialle, rosa e arancioni. anche due cuscini con le scritte “Le mamme di Hakuna Matata”, la scuola che frequentava la bimba, e “Le maestre”.

In lacrime hanno accompagnato il feretro il padre Alessandro, il nonno Giovanni, la zia Martina Vanessa e la nonna Rosaria Testa.

Davanti all’altare, sulla bara bianca è stata messa una foto di Elena. Prima della funzione l’arcivescovo ha abbracciato i familiari della vittima, poi ha aperto l’omelia con un brano del Vangelo secondo Marco, in cui ha esortato i genitori a “non insegnare la violenza delle parole ai figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi. Sforziamoci di seminare ciò che Cristo e ogni uomo di buona volontà spargono con abbondanza: misericordia, pietà, giustizia, dialogo, prevenzione d'ogni violenza. Solo così non ci saranno più funerali com'è questo”.

(Unioneonline/L)

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