Si è costituito in questura a Milano il quinto dei sette ragazzi evasi dal carcere minorile Beccaria il giorno di Natale.

Si tratta del più grande dei sette, un 19enne italiano residente nel Comasco e accusato di maltrattamenti in famiglia.

Il giovane già in passato era scappato da alcune comunità.

Per lui, che si è presentato alla Questura milanese di via Fatebenefratelli, è scattato l’arresto per evasione con l’autorità giudiziaria che ha disposto il giudizio per direttissima.

Fermati, poi, dalla polizia anche gli ultimi due ragazzi, uno di 17 e l'altro di 18 anni, entrambi italiani. 

Nel frattempo sono molte le voci che si levano perché venga affrontata e risolta, una volta per tutte, la situazione del carcere minorile definita, per agenti di polizia penitenziaria e detenuti, “insostenibile”.

«Gli agenti di polizia penitenziaria sono costretti a lavorare con organici sottodimensionati e incarichi sempre più impegnativi in un contesto dove gli episodi di violenza da parte dei giovanissimi detenuti si moltiplicano» le parole dell’assessore alla Sicurezza di regione Lombardia, Romano La Russa. «Se il problema è la mancanza di posti - ha aggiunto -, si costruiscano nuovi istituti penitenziari. E non si gravi con il sovraffollamento su strutture già piene e sugli agenti di polizia penitenziaria che ogni giorno subiscono aggressioni e minacce, lavorando per di più sottorganico». «Si provveda, pertanto - ha concluso l'esponente di FdI -, a costruire nuove strutture o a ristrutturare quelle già esistenti come caserme o altri edifici pubblici dismessi».

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata