Firenze, carabinieri accusati di stupro: la Procura militare chiude le indagini
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Sono state chiuse - dalla Procura militare di Roma e nell'ambito della sua competenza - le indagini sui due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse americane a Firenze.
Nell'avviso di conclusione indagini - che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - i reati contestati al carabiniere scelto Pietro Costa e all'appuntato scelto Marco Camuffo sono: concorso in violata consegna continuata e aggravata e concorso in peculato militare aggravato.
I REATI - Il primo riguarda una serie di violazioni: l'aver fatto salire a bordo dell'auto di servizio - "senza alcuna autorizzazione" - le due studentesse, l'aver "sostato all'interno di un privato edificio", quello dove sarebbe avvenuta la violenza, "in assenza di esigenze di servizio e per fini meramente privati, per circa mezzora, lasciando l'autovettura incustodita sulla pubblica via con all'interno le armi lunghe", l'aver modificato "arbitrariamente" l'itinerario previsto nel loro ordine di servizio, portandosi in un settore di competenza di un'altra forza di polizia.
Per quanto riguarda il reato di peculato militare aggravato, invece, la contestazione è scattata perché i militari si sarebbero appropriati dell'autovettura di servizio "effettuando un tragitto, quello da Piazzale Michelangelo a Borgo Santi Apostoli, per fini diversi da quelli istituzionali e comunque non consentiti".
LA CRONACA - I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 settembre, quando i due carabinieri, dopo essere arrivati in un locale per sedare una rissa, avrebbero fatto salire le due studentesse americane - 19 e 21 anni - nell'auto di servizio.
Le avrebbero poi riaccompagnate a casa, dove avrebbero avuto rapporti con loro. Le giovani hanno denunciato di essere state suprate, mentre i militari hanno sempre parlato di rapporti consenzienti.
(Redazione Online/s.a.)