Un maxi sequestro preventivo, del valore di 50 milioni di euro - un capitale fatto di immobili, compendi aziendali, conti correnti, veicoli e beni di lusso, compresa un'imbarcazione da diporto - è stato eseguito dai carabinieri nei confronti del più noto imprenditore edile di Molfetta, Giuseppe Manganelli.

Il provvedimento è stato emesso dall'Ufficio misure di prevenzione del tribunale di Bari.

Secondo le indagini l'uomo – in passato condannato per rapina, associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico ed estorsioni – avrebbe costruito il suo impero accumulando e occultando cospicue somme di denaro che sarebbero state, a vario titolo, ottenute con attività di narcotraffico ed estorsive risalenti agli anni '90, alle quali si sarebbe aggiunta una lungimirante strategia d'investimento.

In base a quanto ricostruito, a partire dal 2011 l’imprenditore oggi 52enne avrebbe iniziato a costituire, anche grazie ad alcuni prestanome, le prime società che, accumulando reddito, gli avrebbero dato la possibilità, nel corso degli anni, di giustificare la creazione di nuovi e più ambiziosi progetti imprenditoriali nell'edilizia ma anche nel settore distribuzione carburanti.

Per gli investigatori si tratterebbe di “scatole cinesi” per occultare l’illecita provenienza della sua ricchezza finanziaria.

"Un plauso alla magistratura e alle forze dell'ordine per l'azione di oggi a tutela della legalità. Questa è la prova tangibile che lo Stato e le istituzioni lavorano quotidianamente contro ogni forma di illegalità" il commento del sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini.

"Altre indagini sono in corso per gli altri episodi accaduti in queste ultime settimane e presto assicureranno giustizia" aggiunge il sindaco, con riferimento ai recenti roghi e attentati incendiari in aziende e cantieri della città.

(Unioneonline/v.l.)

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