«È giunto il momento di mettere in discussione l'idea stessa di forza e di esplorare altre forme di potere, quelle che non si basano sull'oppressione e sulla coercizione». È l'invito di Elena Cecchettin, attivista e sorella di Giulia, assassinata l'11 novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo Turetta, al Salone del Libro di Torino dove è intervenuta il 12 maggio con il suo monologo di dieci minuti dedicato alla resistenza e all'autodeterminazione.

Sulla t-shirt nera che indossa la scritta 'Stop al genocidio', i capelli raccolti in trecce, Elena Cecchettin è emozionata mentre legge il suo monologo. In prima fila ad ascoltarla il padre Gino Cecchettin, al Salone con ‘Cara Giulia’, il libro scritto con Marco Franzoso.

A un certo punto sulla scena irrompe una contestatrice che inizia a urlare, con un rosario in mano: «Vade retro Satana. Il patriarcato è un insulto in confronto a voi. Le bestie hanno mantenuto l'istinto materno, voi invece uccidete i vostri figli. Allontanata, la contestatrice poi ritorna: «Giù le mani dai bambini. Non si uccidono».

Riportata la situazione alla calma, l’incontro prosegue: «Penso che tutto il corpo della donna sia sotto attacco. Guerra nella guerra. Quando si tratta di conquistare territori lo stupro è considerato arma di guerra. Un modo per dimostrare di essere più potenti» dice Elena. 

(Unioneonline/L)

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