I carabinieri hanno eseguito alle prime luci dell’alba 24 ordinanze di custodia cautelare – 12 in carcere – nei confronti di altrettanti indagati nelle province di Brescia, Milano e Mantova.

Numerosi gli indizi di colpevolezza relativi a vari reati tra i quali violente estorsioni finalizzate al recupero di crediti contratti per l'acquisto di stupefacenti, furti all'interno di scuole e di tabaccherie.

Nell’operazione “Monterosa 2020” risulta coinvolto anche un componente della famiglia Orrù, di origine sarda ma a Brescia da anni e già al centro di numerose indagini per traffico di droga.

Franco Righetti Orrù, 23 anni, secondo l'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Matteo Grimaldi "ha accompagnato alla principale attività di spaccio di cocaina delitti con finalità recuperatoria quali l'estorsione, la rapina, le lesioni, i danneggiamenti al fine di riscuotere il debito nei confronti dei soggetti più restii a saldare". 

Secondo i pm, il 23enne “ha eletto il crimine a vero e proprio sistema di vita". Nel 2011 i suoi genitori del 23enne erano stati condannati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto abusivo d'arma, ricettazione e estorsione.

Per gli inquirenti, erano ai vertici di un gruppo che trafficava cocaina da Brescia a Cagliari. Franco Righetti Orrù porta il nome dello zio, ucciso a 37 anni durante un assalto ad un portavalori a

Paitone, in provincia di Brescia.

Gli accertamenti erano cominciati a seguito di alcuni episodi di rapina, estorsione e incendi dolosi di auto avvenuti tra l'estate 2019 e i primi mesi del 2020 nei territori di Bedizzole e Calcinato, in provincia di Brescia.

(Unioneonline/s.s.)

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