Fuori casa per dieci giorni a causa dell’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna.

È la storia di una famiglia di sardi che vivono nel Ravennate, a Conselice: un incubo iniziato il 18 maggio scorso e ancora non del tutto finito, anche se da ieri Pietro e Gianna Piras sono tornati nella loro abitazione.

Originaria di Belvì lei (Poddie il suo cognome), di Santu Lussurgiu lui: in Emilia Romagna da oltre cinquant’anni, hanno due figlie.

«Il 17 maggio – racconta Gianna – straripa il Santerno e ci ritroviamo con mezzo metro d’acqua in casa». 

La famiglia Piras vive in una villetta, al piano terra una cucina rustica letteralmente sommersa dall’acqua: «Abbiamo passato la notte al piano alto, il 18 ci siamo trasferiti da nostra figlia, che vive sempre a Conselice con il marito», in una zona sino ad allora meno colpita.

Sino ad allora… Perché dopo l’esondazione del Sillaro anche la casa della figlia si riempie d’acqua («Più di un metro») e tutti vengono portati via d’urgenza dai Vigili del fuoco con il gommone, sabato 20 maggio.

«È stato il giorno più drammatico. Siamo passati da casa nostra a prendere alcune cose dalla zona notte e ci siamo trasferiti dai suoceri di mia figlia, sempre a Conselice ma in una zona periferica non molto colpita dalle esondazioni», racconta ancora Gianna.

E lì sono rimasti per oltre una settimana: «Solo ieri siamo tornati a casa e stiamo ancora svuotando la cucina. Tanti mobili e tanta roba da buttare. Siamo praticamente senza corrente, perché è ancora tutto bagnato e non attacchiamo le prese».

Una vera e propria odissea come quella che hanno vissuto tanti romagnoli. «E in altre zone è andata molto peggio», riconosce Gianna Poddie.

A loro non sono state raccomandate le vaccinazioni: «L’antitetanica già l'avevamo fatta, e noi non siamo stati nell’acqua marcia. Nella sfortuna, possiamo dire di essere stati anche fortunati. Anche se la nostra odissea non è ancora finita».

Pietro e Gianna sono ancora lontani dal trovare la piena tranquillità, visto che hanno ancora una cucina da svuotare e una casa non del tutto agibile. E quando finalmente la ritroveranno, potranno anche andarsi a godere un po’ di relax nell’amata Sardegna: «È la nostra terra, ci torniamo due volte all’anno».

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