Dopo 16 anni e dopo le piste purtroppo andate a vuoto delle ultime settimane, la Procura di Marsala ha deciso di tornare a indagare sul caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara del Vallo l'1 settembre nel 2004.

La vicenda – mai chiarita – è tornata di recente alla ribalta delle cronache per il caso della ragazza russa in cerca di madre, che in un primo momento si era ipotizzato potesse essere Denise, ma che poi l’esame del Dna ha confermato non avere alcune legame con la madre Piera Maggio, che da sempre lotta per conoscere la verità sulla sorte della figlia, coltivando la speranza di poterla un giorno riabbracciare. 

Da quanto si apprende, decisive per la riapertura delle indagini sono state le rivelazioni dell’ex pm Maria Angioni, oggi giudice a Sassari, che in un primo momento si occupò dell’inchiesta.

Angioni, a inizio aprile, nel corso della trasmissione “Ore 14” su Rai 2, aveva paventato l’ipotesi di possibili errori o depistaggi nelle prime indagini sulla scomparsa della piccola. 

“Abbiamo avuto grossi problemi – aveva dichiarato il pm – e abbiamo capito che dopo tre giorni tutte le persone sottoposte a intercettazioni già sapevano di essere sotto controllo. A un certo punto, quando ho avuto la direzione delle indagini, ho fatto finta di smettere di intercettare e poi ho ripreso da capo con forze di polizia diverse, nel disperato tentativo di salvare il salvabile”.

Parole che gettano più di un’ombra su un caso già di per sé oscuro, su cui gli inquirenti cercheranno ora di fare nuova luce, si spera una volta per tutte.

(Unioneonline/l.f.)

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