Ha “curato” un tumore con tisane e sedute di psicoterapia ma la paziente, ovviamente, è morta.

E ora la dottoressa Germana Durando, torinese di 66 anni, è finita in cella. Deve scontare una condanna irrevocabile a 3 anni, 8 mesi e 26 giorni di reclusione per omicidio colposo.

Durando, omeopata, secondo le accuse si era servita sulle teorie del tedesco Ryke Geerd Hamer, basate sul presupposto che la malattia sia il prodotto di un conflitto psichico. Tesi che la comunità scientifica non ha mai avvalorato, tanto che Hamer – morto nel 2017 – fu radiato dall’albo e processato in diversi Paesi europei.

La paziente, Marina L., aveva un neo di 5 millimetri sulla spalla sinistra e si era rivolta al medico, che chiamava “Santa Germana”, accettandone i consigli. Morì nel 2015, a 53 anni, preda di un melanoma maligno che nemmeno un intervento chirurgico era riuscito a debellare. Dopo nove anni di cure a base di erbe, parole e introspezione.

Il medico in aula ha provato a scaricare le colpe sulla paziente, sostenendo che era stata lei a rifiutare le cure tradizionali: "La scelta era stata sua. Dovevo decidere se abbandonare la paziente o continuare a stare al suo fianco come lei si aspettava da me, in scienza e coscienza, rispettando la sua volontà di individuo. Mi sono comportata seguendo i dettami della deontologia professionale".

I giudici, tuttavia, non le hanno dato ragione. E i familiari della vittima hanno anche ottenuto un indennizzo. La Durando era già stata radiata nel 2018.

(Unioneonline/L)

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