Occorre avere "spirito di corpo" per "aiutare qualche collega in difficoltà". Questo il messaggio che il comandante del gruppo dei carabinieri di Napoli Vincenzo Pascale, avrebbe mandato ad una delle persone sentite a novembre dagli inquirenti nell'ambito dell'inchiesta sui presunti depistaggi avvenuti dopo la morte di Stefano Cucchi, pochi giorni prima che la persona in questione venisse sentita come testimone dai magistrati di Roma.

La Procura di Roma ha depositato agli atti di quel procedimento la "raccomandazione" raccolta in un'intercettazione telefonica risalente al novembre scorso, dalla quale emerge il tentativo di avvicinare un militare dell’Arma che doveva testimoniare al processo. Una prova che confermerebbe come i tentativi di depistaggio sulla morte del geometra romano non si siano limitati alle indagini passate ma anche alle fasi del processo a carico di cinque carabinieri, accusati di omicidio preterintenzionale e falso.

Il carabiniere a cui sono state indirizzate è stato poi convocato in aula, e durante la sua deposizione - come riportato dal Corriere della Sera - aveva provato a cambiare la sua versione rispetto alle precedenti dichiarazioni.

Il pm Musarò (già a conoscenza dell'intercettazione) aveva contestato le dichiarazioni del testimone, che era tornato sui suoi passi.

(Uniononline/s.a.)
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