Si chiama Francesco Cabras, ha 47 anni ed è un carabiniere del Ros il sardo che ha investito tre vigili urbani due sere fa a Roma, ferendo gravemente Daniele Virgili, 25 anni, a cui è stata amputata una gamba.

Gli agenti erano impegnati nei rilievi di un incidente sulla Tiburtina, all’altezza del Gra, quando la Toyota Yaris del carabiniere, sorpassando le auto in fila in direzione Roma per via del restringimento della carreggiata, li ha travolti.

Secondo alcuni testimoni procedeva «a velocità sostenuta». Circostanza, questa, da accertare, mentre è certo il tasso alcolemico rilevato sul carabiniere: 1,97, praticamente quattro volte oltre il limite consentito di 0,5.

Cabras era in ferie e tornava da una cena con amici. Secondo il racconto del padre e del fratello di Daniele Virgili, giunti subito sul luogo della tragedia, «rideva davanti a tutti noi, con fare strafottente, forse non si era proprio reso conto di quello che aveva combinato».

L’uomo è indagato per lesioni stradali gravissime aggravate dalla guida in stato di ebbrezza. Per il momento gli è stata ritirata la patente e non sono stati presi altri provvedimenti. Ma l’Arma presto valuterà un’azione disciplinare nei suoi confronti.

Quando la Toyota è piombata sugli agenti della polizia locale Virgili con le colleghe Ceruisco e Lombardo era sulla carreggiata in direzione Roma dove un motociclista era finito a terra. Lui è stato colpito per primo dell’auto e schiacciato contro il veicolo di servizio della municipale, che per la violenza dell’urto si è ribaltata. Le sue colleghe sono state colpite di striscio. Virgili ha perso molto sangue e per salvargli la vita i medici hanno dovuto amputargli una gamba. Il giovane è riuscito a chiamare il fratello: «Sto morendo, non sento più la gamba, ti voglio bene», gli ha ripetuto più volte.

E ora i familiari del giovane agente, da poco assunto e ancora in prova nella polizia locale capitolina, chiedono giustizia: «Lascerò il lavoro e dedicherò tutta la mia vita a Daniele, vivrò solo per lui per avere la giustizia che merita dopo che un ubriaco gli ha distrutto la vita», spiega il padre. «Daniele era ligio al dovere, odiava queste persone che guidano ubriache, e proprio una di loro lo ha ridotto così», dichiara in lacrime.

Questo il bollettino medico di questa mattina: «Il ragazzo è in contatto con l'ambiente e in grado di relazionarsi coi familiari. Il decorso clinico dell'arto sottoposto ad intervento (una gamba gli è stata amputata, l’altra è stata salvata in extremis con un’operazione, ndr) è regolare. Le condizioni generali, tuttavia, rimangono gravi e la prognosi riservata».

(Unioneonline)

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