Cibi di scarsa qualità e locali sporchi, il business delle mense scolastiche
I Nas da settembre hanno sospeso o sequestrato 21 ditte di catering. L'irregolarità più frequente? L'utilizzo di cibo di qualità minore rispetto a quella dichiarata nei contratti di fornitura
A Pescara somministravano normale olio extravergine al posto di quello biologico di produzione italiana, nel Senese, preparavano i pasti per diete speciali negli stessi ambienti dei pasti convenzionali. A Potenza invece non avevano i requisiti igienico-strutturali, mentre a Caserta un'autorimessa era stata adibita a deposito di alimenti.
Ancora: a Udine cucinavano i pasti in locali con infiltrazioni d'acqua e pareti che perdevano pezzi, ad Ancona servivano carne bovina congelata anziché fresca.
Le ispezioni dei Nas, partite dal mese di settembre, hanno portato alla luce tutte le irregolarità nelle mense scolastiche italiane. Carenze igienico-sanitarie e strutturali dei locali, alimenti privi di tracciabilità, custoditi in pessime condizioni sanitarie, in ambienti del tutto inadeguati.
Sono 21 le imprese di catering interessate, per cui i Nas hanno disposto la sospensione o il sequestro. Ma sono ben 198, su 968 controllate, quelle in cui sono state riscontrate delle irregolarità. Oltre 900 i chilogrammi di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta, ortaggi, olio) sequestrati.
Plaude all'operazione il ministro della Salute Roberto Speranza: "La regolarità dei servizi erogati nelle scuole è di fondamentale importanza perché interessa la salute dei nostri figli".
Il monitoraggio ha riguardato i servizi erogati in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private. Accertamenti sull'igiene nei locali di lavoro e di detenzione degli alimenti, sulla rispondenza dei menu alle clausole contrattuali previste dai capitolati d'appalto, sulla qualità e salubrità degli alimenti, senza trascurare la regolarità dei contratti di lavoro dei dipendenti e il possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale.
Tra le varie irregolarità, la più frequente è l'impiego di prodotti di minore qualità rispetto a quella pattuita e dichiarata nei contrartti di fornitura, allo scopo di "trarre un illecito profitto lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti".
(Unioneonline/L)
