Chris, investito e lasciato per strada. L’automobilista: «Credevo di aver colpito un paletto»
L’operaio 39enne è a piede libero, per il Procuratore non c'era flagranza di reato né pericolo di fugaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La Procura della Repubblica di Verona sta valutando la richiesta di una misura cautelare per l'operaio 39enne che ha travolto con l’auto e abbandonato, lasciandolo morire, Chris Obeng Abon, 13 anni, nel comune di Negrar a Verona.
«L'automobilista non si poteva arrestare, non c'era flagranza di reato. Se si fosse proceduto all'arresto sarebbe stato illegale. Al massimo si poteva valutare il fermo di pg. Ma, al 99%, anche questo non sarebbe stato convalidato», dice all'ANSA il sostituto procuratore di Verona Bruno Bruni, replicando alle polemiche. «I carabinieri - ha aggiunto - hanno valutato che non vi fosse pericolo di fuga. Certo, si era allontanato dal luogo dell'incidente, ma era tornato a casa, non era scappato».
La mattina dopo la tragedia il 39enne era al lavoro come se nulla fosse accaduto, nonostante l'auto fosse ammaccata e sporca di sangue. Ai carabinieri ha detto «credevo di aver urtato contro un paletto della strada». Parole inattendibili per i militari visti i danni della vettura, una Renault Expace.
Inconfutabili inoltre i video della telecamere di sorveglianza del comune della Valpolicella che riprendono l'uomo mentre si reca al lavoro alla guida dell'auto con mezzo parabrezza sfondato e altri danni al cofano, causati quasi sicuramente dall'investimento del ragazzino.
All'uomo, dopo il sequestro della patente e quello della vettura, sono contestati i reati di omicidio stradale, l'omissione di soccorso e la fuga.
Il giovanissimo, stimata promessa del calcio con la Polisportiva Negrar, secondo i sanitari si sarebbe potuto salvare se fosse stato soccorso tempestivamente. E invece è morto in ospedale per ipossia, dopo essere rimasto accasciato a terra per almeno un'ora prima che venissero allertati i soccorsi.
I genitori, di origine ghanese e residenti nel veronese da una ventina di anni, attendono il nulla-osta dall'Autorità giudiziaria per la restituzione della salma e poter così celebrare il funerale del figlio.
(Unioneonline/D)