Sarà il 20 novembre il giorno in cui, davanti alla Corte d'Assise di Bergamo, gli avvocati di Massimo Bossetti potranno visionare per la prima volta i reperti dell'indagine che ha portato all'arresto e alla condanna del carpentiere di Mapello, in via definitiva, per l'omicidio di Yara Gambirasio.

Durante l’udienza saranno tolti i sigilli dagli scatoloni che contengono, tra le varie cose, anche i leggins e gli slip della ginnasta tredicenne di Brembate Sopra e sui quali venne isolato il Dna inizialmente identificato come “Ignoto 1” e poi ricondotto proprio a Bossetti. I legali vedranno il materiale, tra cui gli stessi campioni del Dna.

La richiesta era stata avanzata dai difensori dell’uomo, ma i giudici di Bergamo avevano sempre negato questa autorizzazione. Era stata la Cassazione, lo scorso 19 maggio, a rimandare il caso a Bergamo, chiedendo di autorizzare la visione.

La difesa potrà poi chiedere di analizzare i vari reperti e, qualora dovesse emergere qualcosa di nuovo, chiedere eventualmente la revisione del processo.

Yara era stata rapita uscendo dalla palestra di Brembate Sopra il 26 novembre 2010, vicino casa, e trovata senza vita in un campo di Chignolo d'Isola il successivo 26 febbraio 2011. Massimo Bossetti, che ora ha 53 anni, venne arrestato il 16 giugno del 2014 e condannato in via definitiva all'ergastolo il 12 ottobre del 2018.

(Unioneonline/D)

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