Gli avvocati Luca Procaccini e Saverio Macrì hanno rinunciato ad assistere la 18enne che ha subìto violenza da Alberto Genovese, l'imprenditore milanese finito in carcere dopo quanto accaduto il 10 ottobre scorso nella sua lussuosa abitazione del centro del capoluogo lombardo, dove la giovane sarebbe stata drogata, segregata e ripetutamente abusata.

Lo hanno comunicato gli stessi legali, spiegando che la ragazza avrebbe preso a loro insaputa contatti con un altro avvocato, Luigi Liguori, in passato collaboratore di Giannino Guiso, avvocato di origine sarda che difese, tra gli altri, Graziano Mesina e alcuni esponenti della Brigate Rosse.

Procaccini e Macrì spiegano di aver appreso dei contatti tra la giovane e Liguori nel corso della trasmissione Quarto Grado.

Un servizio della trasmissione Mediaset ha infatti rivelato che la 18enne avrebbe incontrato a pranzo un amico e tre persone dell'entourage dell'imprenditore arrestato, per poi recarsi subito dopo nello studio di Liguori.

"Le notizie riportate ieri sera nell'ambito della trasmissione televisiva Quarto Grado - scrive l'avvocato Procaccini in una nota - che riportano di contatti intervenuti sabato scorso tra l'assistita e persone dell'entourage di Genovese, vere o false che siano, ma che vanno lette unitamente ad una ulteriore serie di circostanze, hanno fatto assumere a me ed al collega Macrì la determinazione di non volere più far parte della difesa della giovane ed ai medici che hanno fin ora seguito la ragazza di non voler più occuparsi del caso".

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata