Claudio Foti, lo psicoterapeuta imputato nel processo "Angeli e Demoni” sui presunti affidi illeciti nella Val d'Enza reggiana, è stato assolto in appello da tutte le accuse.

«Hanno vinto la verità e la giustizia, dopo quattro anni di gogna. Ho pianto perché si è incrinato il teorema accusatorio», ha detto uscendo dalla Corte bolognese. In primo grado gli erano stati inflitti quattro anni.

L’uomo era accusato di aver provocato lesioni volontarie psicologiche a una giovane paziente ma per i giudici il fatto non sussiste. È anche stato assolto per non aver commesso il fatto dal reato di abuso di ufficio, confermata l'assoluzione del gup dalla frode processuale.

La sentenza arriva mentre è in corso il processo a Reggio Emilia per altri 17 imputati, quelli che diversamente dal fondatore della onlus piemontese Hansel & Gretel hanno scelto il rito ordinario e non l'abbreviato. Ma può essere significativa perché l'abuso di ufficio contestato a Foti è stato commesso, in ipotesi di accusa, in concorso con il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, in relazione all'affidamento senza gara, alla sua associazione, del servizio di psicoterapia nell'Unione Val d'Enza.

Le lesioni invece riguardavano i danni psicologici subiti, sempre per l'accusa, da una giovanissima paziente: ansia, depressione e altri disturbi, provocati dalle sedute a cui aveva partecipato. Foti era accusato di aver ingenerato in lei il convincimento di aver subito abusi sessuali dal padre e di averla sottoposta alla tecnica della Emdr, la discussa “macchina dei ricordi”, «in totale violazione dei protocolli di riferimento». Fu proprio questo uno degli episodi di cui si parlò di più, quando deflagrò l'inchiesta nell'estate del 2019.

“Angeli e Demoni” incendiò la campagna elettorale per le Regionali in Emilia-Romagna a inizio 2020, quando Bibbiano, il paese del sindaco Carletti, esponente del Pd, divenne luogo di contesa e di comizi, finì su magliette indossate in parlamento, suscitò polemiche continue. Al centro un presunto business illecito, legato al mondo degli affidi, ma su cui ancora i giudici devono in gran parte esprimersi. 

(Unioneonline/D)

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