Carla Fracci, commozione e applausi scroscianti per l’arrivo del feretro alla Scala
In molti in fila dalle 11 per rendere l’ultimo saluto alla stella della danza mondiale
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Il feretro di Carla Fracci è arrivato alla Scala di Milano, dove nel foyer è stata allestita la camera ardente.
La stella del tempio della danza e della cultura milanese, morta ieri a 84 anni, ha dunque fatto ritorno, in un clima di grande affetto e commozione, a quella che è stata per oltre settant’anni la sua “casa”.
Ad accoglierla il sovrintendente Dominique Meyer e il sindaco di Milano Giuseppe Sala. E per lei lo scampanellio dei tram che passano davanti al teatro, in un omaggio a quanto con la figlia ballerina impegnata negli allenamenti faceva il padre della Fracci, tranviere proprio a Milano.
Oltre un centinaio le persone che hanno applaudito più volte e a lungo la bara coperta da fiori bianchi. Dalle 11 le persone si sono messe in coda per renderle omaggio. La camera ardente nel teatro milanese è un onore riservato a pochi, ma che "lei si merita" ha detto Meyer che sta pensando anche a un tributo "speciale".
L'arena di Verona ha nel frattempo già annunciato che proprio a Carla Fracci dedicherà la prima rappresentazione, l'Aida, in programma il 26 giugno prossimo.
L’OMAGGIO DELL’ITALIA E DEL MONDO – La ballerina più famosa al mondo, "la più grande, divina ed eterna" come la definisce su Twitter il ministro Dario Franceschini, è morta stroncata da un tumore che l'aveva colpita da tempo. "Con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro ha onorato il Paese", si è commosso ieri ricordandola il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Parole di grande dolore anche da Riccardo Muti che con lei aveva lavorato alla Scala nei Vespri Siciliani: "Una grande figura di artista che ha onorato l'Italia e che rimarrà nella storia della danza e del teatro. Carla Fracci rimarrà nel cuore di tanti suoi ammiratori e tra questi ci sono io".
UNA STORIA DI SACRIFICI E SUCCESSI – Carla Fracci era nata il 20 agosto del 1936 a Milano. Iscritta a 10 anni dai genitori - suo padre era un modesto tranviere - alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala, l'esile Carla all'inizio fece fatica a capire il senso dell'esercizio fisico continuo e dei sacrifici imposti dalle sue insegnanti. Ma a 12 anni comparve ne “La bella addormentata” con la grande Margot Fonteyn e con lei scoprì la passione per la danza. Il diploma arrivò nel '54 e nel '55 debuttò alla Scala, che avrebbe frequentato fino a pochi giorni dalla morte.
La "Prima ballerina assoluta" come la definì nell'81 il New York Times, nella sua carriera ha interpretato oltre 150 ruoli nel balletto classico: dalla sua celeberrima Giselle alla commovente Giulietta, volteggiando nei più grandi teatri mondiali.
Ha ballato in coppia con Rudolf Nureyev, che incontrò nel '63 e con cui strinse un sodalizio durato 20 anni, con Mikhail Baryshnikov, con Vladimir Vassiliev, con gli italiani Amedeo Amodio, Paolo Bortoluzzi, Roberto Bolle. Fracci è anche stata la prima a portare la danza in tv nel '67 con “Scarpette rosa”, di Vito Molinari.
(Unioneonline/v.l.)