È una situazione al limite dell'emergenza quella che si sta vivendo nelle carceri italiane: sono sempre più affollate, con il numero di detenuti che nell'ultimo anno è cresciuto di 2mila persone.

Sono, questi, i dati che emergono dalla relazione annuale del Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma. "Il sovraffollamento nelle carceri italiane non è una fake news", sostiene il Garante. Alla data del 26 marzo su 46.904 posti regolamentari disponibili nei 191 istituti di pena erano presenti 60.512 persone; 13.608 detenuti in più, con un sovraffollamento del 129 percento.

A preoccupare non sono solo "le ovvie conseguenze che tale situazione determina negli Istituti, ma soprattutto le ragioni che ne sono alla base. Tale aumento, infatti - si legge nella relazione presentata alla Camera - non è dovuto a un maggiore ingresso di persone in carcere (che, anzi, rispetto all'anno precedente sono diminuite di 887 unità), ma a un minor numero di dimissioni dal carcere: 1.160 in meno. In altre parole, in carcere si entra di meno ma si esce anche di meno".

Oltre 5mila detenuti potrebbero usufruire da subito di misure alternative eppure sono in cella: alla data del 20 marzo sono 1.839 i detenuti con una pena inflitta inferiore a un anno di reclusione e 3.319 con pena compresa tra uno e due anni.

"In soli tre mesi, dal 31 dicembre 2018 al 20 marzo del 2019, le persone detenute per scontare una condanna a una pena inferiore a un anno sono aumentate di 69 unità e di 40, negli stessi tre mesi, quelle che devono scontare una pena compresa tra uno e due anni - spiega il dossier -. Si tratta cioè di 5.158 persone che potrebbero usufruire di misure alternative alla detenzione in carcere, ma che ciò nonostante rimangono all'interno degli istituti".

Ad allarmare è anche il numero dei suicidi, 64 solo nel 2018 e 10 nei primi tre mesi del 2019. Ancora di più colpisce il picco di suicidi in prossimità del fine pena: 17 delle 64 persone che si sono uccise lo scorso anno avrebbero finito la pena in meno di 2 anni, 3 entro l'anno.

"Va detto con chiarezza che l'aumento dei casi di suicidio non è rapportabile all'aumento del numero delle persone detenute - afferma il Garante - negli anni in cui si sono toccate le punte più alte di affollamento delle strutture penitenziarie si sono verificati, infatti, pari se non minori casi di suicidio rispetto al 2018".

"La correlazione non va quindi ricercata nei numeri della popolazione e nell'inevitabile disagio che da esso discende - conclude - ma maggiormente in un clima generale che nega soggettività alle persone detenute diffondendo un senso di sfiducia nel riconoscimento della propria appartenenza al contesto sociale".

L'Italia, commenta amaro il presidente della Camera Roberto Fico, "purtroppo non ha sinora ottemperato pienamente agli obblighi costituzionali e internazionali".

(Unioneonline/D)
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