Un mistero che dura da 36 anni. È quello che avvolge la morte di Pier Paolo Minguzzi, carabiniere di leva e studente universitario, figlio di imprenditori ortofrutticoli del Ravennate, sequestrato e ucciso la notte tra 20 e 21 aprile 1987 mentre rincasava dopo avere riaccompagnato la fidanzata in provincia di Ferrara. 

Il corpo del ragazzo era riaffiorato nelle acque del Po una decina di giorni dopo la scomparsa: i rapitori lo avevano incaprettato e zavorrato a una pesante grata metallica. E, pur sapendolo già morto, avevano continuato a chiedere alla famiglia un riscatto da 300 milioni di lire.

L'inchiesta sul delitto, inizialmente aperta contro ignoti, era stata archiviata nel settembre 1996 e riaperta nel gennaio 2018, questa volta verso due ex carabinieri all'epoca in servizio alla caserma di Alfonsine, in provincia di Ravenna, e contro un idraulico dello stesso paese. 

I tre in passato erano stati condannati, e avevano espiato le relative pene, per un taglieggio sempre da 300 milioni di lire a un altro imprenditore del posto. E durante un appostamento dei carabinieri nel luglio 1987, un giovane militare originario di Caserta era stato ucciso da una pallottola sparata da uno dei tre.

Ma, per quel che riguarda il caso Minguzzi, i tre sono stati assolti, nonostante il pm avesse chiesto l’ergastolo, perché l’ipotesi di un loro coinvolgimento, scrive il presidente della Corte d'Assise di Ravenna Michele Leoni nelle motivazioni del proscioglimento, sono «prive di qualsiasi riscontro».

Per Leoni, comunque, i contorni del delitto sembrano certi: «Fu un omicidio di stampo mafioso», un «classico esempio di lupara bianca».

La Corte ha anche segnalato tutti i «lati oscuri» del caso, indicando al contempo i nuovi spunti di verifica su cui le indagini dovrebbero puntare, a partire dalla posizione di un cameriere stagionale che, nei giorni successivi al sequestro, si era inserito nella vicenda con chiamate e lettere all'allora fidanzata del defunto.

Ma, come detto, dopo quasi 40 anni il delitto Minguzzi resta un giallo tutto da risolvere. 

(Unioneonline/l.f.)

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