Lascerà probabilmente l'incarico di presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione prima della sua naturale conclusione, prevista nel 2020: Raffaele Cantone ha infatti presentato domanda al Consiglio superiore della magistratura per concorrere al posto di capo in tre procure.

Il magistrato napoletano, fuori ruolo dal 2014, quando è stato nominato all'Anac dal governo Renzi, si è candidato a Perugia, Frosinone e Torre Annunziata.

Alla base della sua decisione forse le frizioni con l'esecutivo Conte, dopo le dichiarazioni del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha fatto sapere di voler riscrivere il codice degli appalti.

"Mi sono sentito sopportato e siccome non sono un uomo per tutte le stagioni ho meditato a lungo e poi ho capito che era arrivato il momento di tornare a fare il mio mestiere", ha dichiarato in un'intervista al "Corriere della Sera", affermando che i rapporti con il governo sono stati fin da subito complessi.

Ha però spiegato di non aver alcuna intenzione di dimettersi, di aver presentato le domande la settimana scorsa, "dopo una lunga valutazione di carattere squisitamente personale" e di avere intenzione di "informare quanto prima gli esponenti dell'esecutivo con cui più intensa è stata la collaborazione istituzionale in questi mesi".

Nei mesi scorsi Cantone aveva criticato alcune norme contenute nel Ddl anticorruzione, approvato dal Parlamento lo scorso 18 dicembre, tra cui la disposizione che consente di fare affidamenti diretti per appalti fino a 150mila euro.

"È una norma pericolosa", ha affermato pochi giorni fa il magistrato.

Inoltre, non aveva negato alcune perplessità sulle misure contenute nel Decreto Genova per la ricostruzione del Ponte Morandi.

I tempi per le decisioni del Csm non saranno comunque brevi: bisognerà aspettare almeno 2-3 mesi

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata