"Sono indispensabili misure più restrittive in città, siamo stremati".

L'allarme arriva da Brescia, lo lancia Ottavio Di Stefano, presidente del Consiglio direttivo dell'Ordine dei Medici della Provincia.

"Non c'è terrore, continuiamo ad avere quello spirito per cui ognuno di noi ha scelto di fare il medico, l'infermiere, il tecnico di laboratorio. Siamo stanchi. Le misure restrittive secondo noi erano indispensabili, stavamo andando fuori tempo o forse ci siamo già andati. Bisogna mantenere la guardia alta nelle zone con molti focolai e soprattutto in quelle dove si manifesta la variante inglese, bisogna intervenire chirurgicamente facendo i tamponi e vaccinando".

Tutta la provincia è zona arancione "rafforzata", ovvero con chiusura delle scuole. Ma potrebbe non bastare, in quello che è l'epicentro di questa nuova ondata che sta colpendo la Lombardia, dove i contagi sono in forte aumento. Sono 3.310 i casi rilevati nelle ultime 24 ore, di cui 901 nella provincia di Brescia, che già durante la prima ondata tra marzo e aprile 2020 fu - dopo Bergamo e Lodi - la provincia più colpita.

"Per il momento non ci sono in programma nuove chiusure", ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana. "La situazione è sempre sotto attenzionamento, se vediamo che ci sono dati preoccupanti si interviene".

(Unioneonline/L)
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