«Mia nipote è stata rapita per sbaglio».

Questa la tesi della nonna di Kataleya, la bimba peruviana di 5 anni scomparsa all’ex hotel Astor a Firenze il 10 giugno scorso. «Credo che sia stata vittima di uno scambio di persona: volevano un'altra bambina», afferma. Per la donna, ancora incredula per quanto successo alla piccola, nessuno avrebbe mai potuto fare del male alla sua famiglia volontariamente. «Siamo delle brave persone, mio figlio ha avuto una vita difficile, ma ha scontato la sua pena in carcere. E la famiglia di Katherine, mia nuora, è rispettata. Io non ho idea di cosa succedesse all'Astor, ma sono certa che Abel – lo zio recentemente arrestato – non c'entri niente».

La nonna descrive Kata come una bambina «chiacchierona e piena di energia». Quando l'ha vista l'ultima volta, l'8 giugno, era «bizzosa: si rifiutava di mangiare la cotoletta che avevo preparato e voleva solo il riso, il suo piatto preferito». Suo figlio Miguel, ha riferito la donna, «mi ha confidato di volersi uccidere. Io gli ho detto di pensare alla sua famiglia, ma lui non riesce a smettere di torturarsi. Mi chiede: “Dove eravate tutti quando è sparita la mia bambina?” e io non so come rispondere. Nei giorni scorsi è svenuto perché non mangia più: è caduto in terra davanti al fratellino di Kata, terrorizzato».

«Mio figlio - racconta - ha conosciuto Katy quando avevano 12 anni. Ero molto amica della mamma di Katherine e, spesso, i ragazzi venivano ad aiutarmi al mercato, dove avevo un banco di frutta e verdura. Li ho visti crescere insieme e innamorarsi». Gli affari poi non sono andati bene, così è arrivata la decisione di lasciare l’attività al figlio e partire alla volta dell’Italia. Dopo 10 anni anche Miguel ha fatto la stessa scelta, ed è «arrivato qui con Katherine e un fagottino di sei mesi: Kataleya». La nonna, nonostante l’esito negativo delle ricerche, non ha dubbi: «Ho fiducia nel lavoro degli inquirenti. Ci riporteranno la nostra nipotina».

(Unioneonline/v.f.)

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