Ammonta a 22,2 milioni di euro il valore dei beni confiscati a una coppia di imprenditori residente nel Ferrarese.

I due, di nazionalità marocchina, sono stati condannati per frode fiscale: per gli inquirenti fanno parte di una rete di società, create ad hoc grazie ad amministratori compiacenti, che hanno consentito di accumulare l'ingente patrimonio.

I sigilli sono stati posti ad appartamenti, villette a schiera e con piscina, nelle province di Roma, Modena e Rovigo.

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Le attività dei coniugi, spiega la Guardia di finanza, "sono connesse alla gestione di alcuni consorzi, due dei quali con sede in Ferrara e attivi negli appalti nel settore del facchinaggio, della logistica e delle pulizie industriali, intorno ai quali ruotavano una trentina di società cooperative, gran parte delle quali con sede dichiarata nella provincia di Trapani, risultate prive di qualsiasi organizzazione d'impresa e affidate a meri prestanome".
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