Sono circa 10mila i pazienti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia cardiaca con l'utilizzo di macchinari per la circolazione extracorporea in Veneto tra il 1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2017 che verranno contattati per "eventuali approfondimenti clinici necessari" in merito al "batterio killer" presente nel dispositivo.

Lo ha comunicato il Gruppo di Lavoro istituito dalla Regione per la prevenzione e la gestione delle infezioni da micobatteri non tubercolari in soggetti sottoposti a intervento cardiochirurgico.

Il richiamo è stato disposto in relazione alla vicenda del Mycobacterium chimaera, il batterio contenuto nei macchinari della società LivaNova che ha provocato 16 casi di infezione (di cui 14 in Veneto) e sei decessi.

"I pazienti riceveranno una scheda informativa contenente le informazioni sui sintomi e l'indicazione dei numeri di telefono da contattare per qualsiasi evenienza e per gli eventuali approfondimenti clinici necessari", informa una nota.

"I macchinari presenti nelle cardiochirurgie di tutti gli ospedali veneti sono già stati messi in sicurezza e, in alcuni casi, sostituiti", si legge ancora nel comunicato, "viene comunque data a tutti i reparti l'indicazione di collocare tali macchinari, di qualsiasi marca di fabbricazione essi siano, all'esterno della sala operatoria", in quanto il batterio killer, "sembra essersi annidato già nel sito di produzione del dispositivi, quindi antecedentemente all'installazione in sala operatoria, la Regione Veneto si sta tutelando nei confronti della ditta produttrice".

(Unioneonline/F)
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