Licenziata in tronco per aver salvato un gatto, trasportandolo a bordo del pullman sul quale viaggiava con alcuni malati di Alzheimer.

Patrizia Antonino, operatrice socio-sanitaria di 43 anni di Bari e assunta con contratto a tempo indeterminato in una cooperativa che si occupa di malati di Alzheimer, ha perso il lavoro dopo aver tolto dalla strada un gattino abbandonato.

La vicenda, che ha già scatenato numerose reazioni in rete, risale a qualche mese fa, quando l'infermiera viene chiamata nella struttura in cui lavora per una riunione. La donna, prima di entrare nel centro, trova un micio abbandonato in uno scatolone e decide di portarlo con sé. Viene subito invitata dalla vice coordinatrice della struttura a rimetterlo dove lo ha trovato, e così fa.

Senonché poche ore dopo si mette alla guida del pulmino per accompagnare a casa alcuni malati di Alzheimer e, durante il viaggio, nota che il gattino sta attraversando la strada. Per evitare di investirlo scende e lo rimette nella scatola, e i pazienti a bordo chiedono di caricarlo sul mezzo e così fa la 43enne, assicurandosi scrupolosamente che nessuno si avvicini al randagio.

Tra i pazienti c'è una signora che chiede di poter tenere con sé l’animale: l'infermiera lo affida alle sue cure e la storia dovrebbe concludersi quindi a lieto fine, se non fosse che la cooperativa la pensa diversamente e per l'infermiera arriva prima la sospensione dal lavoro e poi il licenziamento, "vista la gravità del suo comportamento e il potenziale pericolo cagionato alla paziente".

L’infermiera, che non è sposata e si occupa della madre 84enne, da oltre un mese non ha più un lavoro. Ma non ha intenzione di mollare e ha già impugnato la lettera di licenziamento: "Lotterò per avere quello che mi spetta - ha dichiarato al portale pugliese che per primo ha reso nota la notizia - sono pronta ad andare fino in fondo a questa questione, davvero assurda. Se lo rifarei? Assolutamente sì".

Nel frattempo è già scattata una raccolta firme online per aiutare la donna. Si legge nella petizione: "La signora non ha mancato a nessuna delle mansioni della sua professione, ma a quanto pare per la clinica avere a cuore le sorti di un essere vivente sarebbe motivo di licenziamento. Diamo il nostro appoggio alla signora e chiediamo al giudice che ha accolto il suo ricorso di fare giustizia per Patrizia".

(Redazione Online/v.l.)
© Riproduzione riservata