L'imprenditore Alberto Genovese, in carcere da alcuni giorni con l'accusa di avere stuprato una 18enne dopo averla drogata in un festino, è stato interrogato dai pm di Milano titolari delle indagini.

L'interrogatorio al quarto piano della Procura in un ufficio vicino a quello del procuratore Francesco Greco. Presenti, oltre ai legali di Genovese, l'aggiunto Letizia Mannella, il pm Rosaria Stagnaro e il capo della Squadra mobile Marco Calì.

Genovese, imprenditore delle start up ed ex numero uno di "Facile.it" e "Prima Assicurazioni", è finito in carcere il 6 novembre per violenza sessuale, sequestro di persona, lesioni e spaccio di droga in relazione al festino del 10 ottobre nella sua "Terrazza Sentimento", attico di lusso con vista sul Duomo di Milano. Oltre ai tanti invitati al party, tra cui le amiche della vittima, altre giovani si sono fatte avanti per parlare a verbale di altre feste e sono state già ascoltate anche persone dell'entourage dell'imprenditore.

Si indaga su altre presunte violenze, su profili di favoreggiamento e complicità, sul giro di droga e anche su quello presunto di prostituzione, con un faro acceso sull'agenzia di modelle di cui Genovese detiene una quota. Verifiche pure su presunte pressioni anche economiche per condizionare alcune testimonianze.

Venuto a galla anche un collegamento tra l'indagine bolognese ribattezzata "Villa Inferno" su festini a base di sesso e cocaina, che a settembre ha portato ad arresti, e quella milanese. Un mese fa nell'appartamento a Milano c'era anche la ragazza che a Bologna, all'epoca dei fatti minorenne, sarebbe stata vittima del giro di prostituzione e droga.

"Ogni volta che mi drogo ho allucinazioni - ha detto Genovese con dichiarazioni spontanee al gip -. Non ho la percezione del limite esatto tra legalità e illegalità quando sono drogato".

(Unioneonline/v.l.)
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