Il 16 marzo del 1978 un commando della Brigate Rosse rapisce Aldo Moro a Roma. Il segretario della Democrazia Cristiana era a bordo di una Fiat 130 e si stava recando alla Camera dei  Deputati, dove era previsto il voto di fiducia per la nascita del quarto governo Andreotti, primo della storia repubblicana con il Partito comunista all'interno della maggioranza. 

Il presidente della Repubblica Antonio Segni con Aldo Moro (Ansa)
Il presidente della Repubblica Antonio Segni con Aldo Moro (Ansa)
Il presidente della Repubblica Antonio Segni con Aldo Moro (Ansa)

All’altezza di via Fani, i terroristi – armati fino ai denti – sparano, uccidendo gli uomini della scorta: i carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci, e gli agenti di Polizia Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino. Poi prelevano il politico leccese.

Seguono 55 giorni drammatici: mentre si cerca il covo in cui Moro viene tenuto prigioniero, si apre il dibattito all'interno della Dc tra chi vuole liberare il segretario e chi sposa una linea intransigente e rifiuta ogni trattativa con i terroristi. Il corpo del leader democristiano viene fatto ritrovare il 9 maggio nel bagagliaio di una Renault in via Caetani, a metà strada tra Piazza del Gesù – sede della Dc – e via delle Botteghe Oscure, sede del Pci.

Il ritrovamento del corpo nella Renault parcheggiata in via Caetani (foto Wikipedia)
Il ritrovamento del corpo nella Renault parcheggiata in via Caetani (foto Wikipedia)
Il ritrovamento del corpo nella Renault parcheggiata in via Caetani (foto Wikipedia)

(Unioneonline/F)

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