Una condanna a otto anni di carcere per Jonathan Trupia, maestro d'inglese 25enne di origini thailandesi e in servizio per mesi all'asilo di Bankitalia a Roma, e accusato per un comportamento inquadrato come violenza sessuale continuata e aggrevata.

L'insegnante, che da marzo si trovava in carcere, è stato riconosciuto colpevole per tutti i casi contestati, ossia molestie e abusi su 26 bambine. Il processo è avvenuto con rito abbreviato, che gli ha garantito lo sconto di un terzo della pena.

Ma come avvenivano le molestie? Mentre l'uomo insegnava le prime parole in inglese ai bimbi dell'asilo Montessori di via del Mandrione (nell'ex stamperia della Banca d'Italia), dopo essersi seduto ad un banchetto invitava i piccoli a infilargli le manine nella tasca lacerata dei pantaloni. Oppure, sempre da quella posizione, dava un bacino sulle labbra, a modo di saluto o di premio, alla prima alunna di turno. Ad incastrarlo i comportamenti sospetti immortalati nell'asilo in ventiquattro ore di riprese, e grazie alle telecamere fatte installare dalla procura.

Un sentenza accolta dai genitori, muti e stretti nell'aula del processo mano nella mano, fra i singhiozzi. E a poco valgono le ripetute scuse, pronunciate dall'uomo anche durante la sentenza, e rivolte anche alla sua compagna e al figlio, un bimbo di due anni che non potrà rivedere.

Nel dispositivo di sentenza il giudice ha infatti disposto anche la sospensione della patria potestà, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e, a pena scontata, una misura di prevenzione, che prevede che per un altro anno non potrà aggirarsi nei paraggi di scuole o di altri luoghi frequentati dai bambini.

La condanna, disposta dal gip Elisabetta Pierazzi, potrebbe però anche non restare unica. Su Trupia è infatti in corso un secondo filone di inchiesta: altre denunce, per attenzioni deplorevoli su ulteriori bambini della scuola gestita dalla Opera Montessori, ora costituitasi parte civile, che sono finite all'esame del pm Francesca Passaniti e dell'aggiunto Maria Monteleone dopo l'arresto.

L'educatore, sprovvisto anche di laurea, era stato assunto nell'ottobre 2017, e nei pochi mesi di lavoro aveva mostrato una predilezione per le bambine. Dopo l'arresto la confessione e la collaborazione. "Ho difficoltà nelle relazioni intime a causa di un incidente", aveva confessato, dichiarando fosse colpa di una pallonata che, a suo dire, lo aveva colpito da bambino.

(Unioneonline/v.l.)
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