A Palermo folla e applausi ai funerali delle famiglie annegate nella piena del fiume
Oggi le esequie delle nove vittime dell'esondazione del fiume a CasteldacciaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un lungo applauso ha salutato i feretri delle nove vittime dell'alluvione di Casteldaccia arrivati, a bordo dei carri funebri, alla Cattedrale di Palermo.
Spiccano le bare bianche dei bambini rimasti uccisi dalla piena, di 1, 3 e 15 anni.
"Federico, Federico" è il grido che si leva dai compagni di quest'ultimo, Federico Giordano, morto con la madre, Stefania Catanzaro, e la sua sorellina, Rachele.
Il padre Giuseppe, sopravvissuto, si è sdraiato sulle bare dei suoi cari. "Lasciatemi stare - ha gridato ai parenti che tentavano di allontanarlo - voglio stare vicino a Rachele, a Federico e a mia moglie. Lasciatemi, voglio stare qui".
Issate bandiere a mezz'asta in tutti i palazzi, gli uffici e le strutture regionali della Sicilia, come deciso dal governo Musumeci, in segno di cordoglio.
"Dobbiamo fermarci, non possiamo proseguire oltre, indifferenti, dinnanzi a tanta sofferenza - ha scritto in un messaggio l'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice -. Dobbiamo 'sentire' queste morti, far nostro questo dolore, compatirlo, portarlo insieme a quanti ora ne sono schiacciati".
"Siamo sgomenti e increduli per quanto accaduto tre giorni fa - l'omelia di padre Giuseppe Oliveri, vicario generale dell'arcidiocesi di Palermo -. La morte è sempre dolorosa, ma lo è soprattutto quando essa viene improvvisa e inattesa a toglierci dal fianco le persone che amiamo, quelle su cui contavamo ancora e che erano parte della nostra stessa vita. È lecito interrogarsi su tutti i livelli su quello che appare inspiegabile. Speriamo lo si faccia non per alimentare le polemiche e il rimpallo delle responsabilità ma per rendere giustizia a chi non c'è più".
(Unioneonline/D)
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"LA CASA ERA ABUSIVA":