Trapianto di rene da record alle Molinette di Torino, dove un 82enne ha donato un rene per salvare il figlio. Una storia di generosità, e di amore, alla vigilia della Giornata mondiale del rene, che ha evitato a un 53enne affetto da glomerulonefrite di andare in dialisi.

"Il trapianto da donatore vivente è in crescita anche in Italia - spiega Luigi Biancone, direttore della Nefrologia e Responsabile del Programma di Trapianto di Rene dell'ospedale -. Per l'età del donatore non vi è un limite, ma il dato anagrafico va rapportato con i dati clinici, morfologici e funzionali che possono segnalare un'età biologica più bassa".

"NULLA DI ECCEZIONALE" - "Non ho fatto nulla di eccezionale, per un padre è più che normale fare ciò che può per migliorare la vita di suo figlio. Io stavo bene prima e sto bene dopo. Mio figlio, che era arrivato alla soglia della dialisi, adesso è un leone". il commento dell'uomo di 82 anni che ha donato il rene.

"Da 12 anni - spiega il protagonista di questa storia - mio figlio era sottoposto a controlli stringenti, era costretto a prendere medicine e seguire una dieta ferrea. Ma l'insufficienza renale è progressiva e può solo peggiorare. L'autunno scorso è arrivato al limite oltre il quale scatta la dialisi. Io pensavo già da tempo di compiere questo passo: aspettavo solo il via libera dei medici, che volevano attendere che arrivasse il momento opportuno, quello cioè in cui i reni di mio figlio non ce l'avrebbero più fatta da soli".

"Siamo entrati in ospedale a Torino il 17 gennaio - racconta l'uomo, ex dirigente d'azienda che vive a Saronno (Varese) - e siamo usciti il 29. Alle Molinette abbiamo avuto un'esperienza ottima: è un fiore all'occhiello della medicina nazionale, con grandi professionisti, un reparto ottimamente organizzato, e personale infermieristico sempre presente. Noi eravamo costantemente sotto osservazione, seguiti, non ci lasciavano mai soli".

"Mio figlio, dal quale ho quattro nipoti - spiega - insegna alla Bocconi e vive a Milano, ma abbiamo scelto le Molinette per la grande tradizione che questo ospedale ha nei trapianti. A chi pensasse di seguire il mio esempio, dico che oggi la tecnica è talmente avanzata che si può affrontare l'operazione con serenità". "Io sono in forma come prima - sottolinea - porto ancora la fascia elastica sulla pancia ma non mi dà nessun fastidio. Mi attengo alle prescrizioni, non sono un no vax... Mio figlio non poteva mangiare carne e bere alcol, e doveva essere attentissimo con le salse e con gli zuccheri. Ha sempre fatto il suo dovere e seguito alla lettera le indicazioni dei medici, ma la sera si sentiva un po' stanco. Ora invece è pieno di energia: lui è contento e io sono felice".

(Unioneonline/v.l.)
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