Un'interrogazione al Presidente della Regione e all’Assessore alla Sanità per sollecitare l’attivazione urgente di un reparto di terapia intensiva pediatrica in Sardegna.

L’ha depositata il Consigliere regionale Alessandro Sorgia (Gruppo Misto), che ha precisato come l’Isola non possa «permettersi di privare i bambini di cure intensive adeguate. È inaccettabile – ha dichiarato – che le famiglie debbano affrontare viaggi estenuanti verso la penisola per garantire assistenza ai propri figli in condizioni critiche».

Attualmente, i pazienti pediatrici sardi che necessitano di terapia intensiva vengono trasferiti in altre regioni, causando notevoli difficoltà logistiche ed emotive alle famiglie, spesso costrette a separarsi per lunghi periodi. L'assenza di una struttura dedicata in Sardegna aggrava ulteriormente la situazione, mettendo a rischio la salute dei piccoli pazienti per via di trasferimenti complessi e ritardi nelle cure.

«L’attivazione di un reparto di terapia intensiva pediatrica – ha aggiunto Sorgia – non solo garantirebbe cure di eccellenza ai pazienti più giovani, ma ridurrebbe anche i costi per il sistema sanitario regionale, evitando trasferimenti onerosi e migliorando l’efficienza complessiva dell’assistenza».

Secondo Sorgia, la carenza di personale specializzato e di infrastrutture adeguate non può più essere una scusa per ritardare un intervento necessario e non più rinviabile. Le richieste e le denunce delle associazioni e dei sindacati del settore sanitario evidenziano una situazione insostenibile che necessita di una risposta immediata da parte delle istituzioni.

«Mi auguro che la Giunta accolga la nostra richiesta e si impegni immediatamente per dare una risposta concreta alle esigenze delle famiglie sarde – ha concluso Sorgia – I bambini della nostra regione meritano di ricevere cure tempestive e adeguate senza dover lasciare la propria terra».

L'interrogazione chiede inoltre di conoscere i dettagli organizzativi e finanziari per la realizzazione del reparto, nonché eventuali interlocuzioni con il Ministero della Salute per il supporto necessario. «La salute dei più piccoli non può essere sacrificata a causa di inefficienze burocratiche o di mancanza di programmazione», la conclusione.

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata