Un piano strategico per ridefinire la missione e il ruolo dell’ospedale Microcitemico, riportandolo a centro di riferimento regionale, con riferimento alla ricerca, alla cura e all’assistenza rivolte ai malati di talassemia.

È quanto emerge da una proposta di risoluzione presentata alla VI Commissione regionale “Salute e Politiche sociali” a prima firma di Rossella Pinna e Gianfranco Ganau (Pd) e sottoscritta dalle minoranze rappresentate in commissione che hanno chiesto al Presidente di discuterne nella prossima seduta della commissione, convocata per mercoledì 16 novembre.  

Fra le altre richieste programmare azioni concrete volte a superare l’emergenza di approvvigionamento del sangue e ad incentivare la donazione tramite campagne di comunicazione ad hoc e iniziative di sensibilizzazione; istituire il sistema PBM (Patient Blood Management) e il Comitato Buon Uso Sangue (CoBuS) in tutte le aziende; attivare con urgenza il reperimento di personale per garantire i servizi di cura e quelli di raccolta e lavorazione del sangue; realizzare la Rete regionale delle emoglobinopatie;  verificare lo stato d’attuazione del tavolo tecnico-scientifico per le malattie rare. E ancora creare  dei Percorsi diagnostici e terapeutici assistenziali (PDTA) per rispondere ai bisogni specifici di salute dei pazienti con talassemia e migliorarne la qualità di vita assicurando, in coerenza con gli indirizzi e gli obiettivi nazionali, uguaglianza nell'accesso a cure altamente specializzate, basate su linee guida condivise in termini di prevenzione, diagnosi e cura; valutare la fattibilità di garantire, se disponibili, i nuovi farmaci che consentono la riduzione del fabbisogno di trasfusione nei pazienti talassemici.

«Vivere da malati in questo tempo, aver bisogno di cure o di fare prevenzione tra pandemia e carenza di personale, tra decisioni e indecisioni nella gestione della sanità sarda è diventato sempre più complicato, e a pagarne le conseguenze sono le persone più fragili e in difficoltà», spiega in una nota l’onorevole dem Rossella Pinna. «In particolare si è visto il peso che sono costretti a sopportare i pazienti piccoli e adulti che da tutta l’Isola afferiscono all’ospedale Microcitemico per le terapie trasfusionali e salvavita».

«È indispensabile fare il punto delle scelte fatte e trovare le soluzioni che consentano ai pazienti con talassemia, pediatrici e adulti, di non vivere il dramma della carenza di sangue – prosegue Pinna – che in questo anno, più che in altri, ha inciso in modo drammatico sulla salute e sulla qualità di vita dei talassemici e delle attività ospedaliere, portando addirittura al fermo degli interventi chirurgici differibili». «Una questione, quella dell’approvvigionamento e della gestione del sangue, che deve naturalmente essere amministrata come una priorità assoluta per tutti. Non si può parlare di talassemia senza affrontare la questione delle malattie rare, della riattivazione del tavolo tecnico per la talassemia e le emoglobinopatie e, anche senza prevedere un piano strategico per l’Ospedale Regionale per le Microcitemie intitolato ad Antonio Cao, sede di ricerca e cura per la talassemia, per le malattie rare, per l’oncoematologia, la neurologia e neuropsichiatria pediatrica oltreché per le diagnosi genetiche e prenatali».

«Il futuro dell’Ospedale Microcitemico non può ridursi ad un mero fatto organizzativo, accorpamento e gestione dell’ARNAS Brotzu o della Asl n. 8 di Cagliari – la conclusione – Qui c’è in gioco il futuro di un pezzo importante della sanità sarda, della ricerca e la qualità della vita dei pazienti, dei piccoli come degli adulti».

© Riproduzione riservata