“Solo stando uniti, a tutti i livelli, Il Sulcis può affrontare la crisi del polo industriale”.

È emerso un messaggio molto forte stamattina dal Consiglio comunale di Carbonia che in via straordinaria ed eccezionale si è riunito nell’auditorium del Centro ricerche scientifiche della Sotacarbo, Grande Miniera di Serbariu, per discutere della situazione drammatica delle industrie di Portovesme. A inizio seduta, coordinata dal presidente Federico Fantinel e introdotta dal sindaco Pietro Morittu e dal massimo dirigente Sotacarbo Mario Porcu, ha in parte sollevato l’umore il fatto che ieri la Portovesme srl ha annunciato di congelare per 3 mesi la chiusura della linea Piombo. Un rinvio che tuttavia non lascia sereni.

"Siamo dinanzi a un’emergenza sociale inaudita”, ha rimarcato il primo cittadino davanti a una platea folta. Un documento congiunto maggioranza e minoranza impegna la Giunta a dare supporto a tutte le iniziative che abbiano l’obiettivo di sostenere l’attività del polo industriale per il mantenimento e l’aumento dei posti di lavoro.

Proposito condiviso da don Antonio Mura, ex parroco a Carbonia, ora parroco a Portoscuso e delegato della Diocesi per la Pastorale del Lavoro: “Sconcerta – ha sottolineato – ritrovarci nelle stesse condizioni di 40 anni fa”. L’unità compatta degli amministratori locali e dei sindacati è stata auspicata dai segretari Franco Bardi, Cgil, e Luigi Tocco, Uil: “Altrimenti il Sulcis muore”.

E all’assembla straordinaria di stamattina erano presenti anche i parlamentari Alessandra Todde (M5S), Sasso Deidda (Fratelli d’Italia), Silvio Lai (Pd), Francesca Ghirra (Progressista), Sabrina Licheri (M5S).

© Riproduzione riservata