I più piccoli giocano, si cimentano con l'arte del riciclo e vengono guidati nella messa a dimora di nuove piante endemiche durante e anche dopo la cerimonia di presentazione. Gli adulti osservano mentre i bambini prendono subito confidenza con quello spiazzo strappato all'incuria del quale diverranno presto protagonisti grazie ad installazioni artistiche e varie attività a loro dedicate.

Come scegliere il nuovo nome dell'area verde di 9mila metri quadri nota come "La Carruba" (per la presenza appunto di alcune piante di Carrubo) la quale, in poco più di un mese, ha mutato aspetto anche grazie alla piantumazione di 7 mila nuovi alberelli di leccio, corbezzolo, fillirea, lentisco e specie officinali.

Si è trasformata insomma in un'allegra festicciola l'inaugurazione del "giardino possibile" di Domusnovas.

Oltre 150 persone hanno preso parte alla presentazione del terzo dei quattro giardini possibili (dopo quelli di Musei e Villamassargia) rimodellati e resi ora fruibili dal grande lavoro di una ventina di associazioni e volontari coordinati da Casa Emmaus.

Proprio a loro si è rivolta la coordinatrice del progetto Maria Giovanna Dessì con i ringraziamenti "per aver reso possibile la trasformazione dell'area periferica in uno spazio più vivibile che sarà ulteriormente valorizzato dalle iniziative artistiche e didattiche che presto vi prenderanno forma".

Di "progetto importante che, tra l'altro, insegna alle nuove generazioni, e non solo, il rispetto per l'ambiente" ha parlato l'assessore alla Cultura Matteo Moi per poi lasciare la parola ad alcuni dei sodalizi partner del grande progetto biennale finanziato dall'impresa sociale Con i bambini.

"Questi giardini sono aule itineranti, palestre di vita grazie alle quali i nostri studenti hanno potuto prendere parti a piantumazioni dal vivo, apprendere l'arte del riciclo e crescere da vari punti di vista", ha detto Marta Putzulu, dirigente scolastico dell'Istituto Comprensivo Fernando Meloni.

Giampietro Tronci, paesaggista di "Progetto Barega", ha spiegato l'idea che ha accompagnato il progetto: "Abbiamo contribuito cercando di dare un aspetto ricreativo, ludico e didattico a quest'area nella quale abbiamo ricreato la serie vegetazionale che già vediamo nei rilievi qui attorno: è un lavoro che ha arricchito tutte le associazioni partner del progetto".

Nello spiazzo, ha annunciato Emiliana Sabiu, collettivo aritistico Cherimus, "prenderanno forma particolari fontane e altre installazioni artistiche ideate dalla fantasia dei bambini: l'auspicio è che lo spiazzo possa essere centrale nella vita del paese".

Ha auspicato che "il parco possa eliminare quelle distanze ancora presenti tra giovani e adulti" il parroco di Sant'Ignazio don Ivano Gelso mentre Francesca Meloni (Orto Botanico di Cagliari) ha annunciato che "la settimana prossima si tornerà nello spiazzo con i bambini delle scuole dell'infanzia per ulteriori piantumazioni".

Ha parlato della sua esperienza di imprenditore agricolo Patrick Syrbe descrivendo, tra le tante, le proprietà del lentisco appena messo a dimora "dal quale si può ricavare l'antico e pregiato Ollu e Stincu, oli essenziali, resine e mastici, oltre ad usarlo nella preparazione di cosmetici e profumi".

Infine Grazia Villasanta, dell'associazione Circhiòla, ha compiuto un lungo excursus storico sulle origini della grande area verde e sulle varie trasformazioni (anche grazie a donazioni ed espropri) che le hanno conferito l'aspetto odierno.
© Riproduzione riservata