Barchini, pattugliatori e preghiere. Una giornata sui mezzi della Gdf
Alle 17,30 i pattugliatori veloci della Finanza "Paolini" e "Oltramonti" lasciano il Porto Canale di Cagliari. C'è da raggiungere il tratto di mare tra Teulada e l'isola del Toro. È qui che dall'inizio dell'anno 782 algerini sono sbarcati su piccoli barchini. "Dall'Algeria al sud Sardegna servono dodici, quindici ore di navigazione", spiega il tenente colonnello Sergio De Santis, comandante del gruppo aeronavale di Cagliari della Guardia di finanza. "Basta un barchino, un motore e una bussola. E la preghiera che le condizioni del mare non peggiorino".
ARRIVI CONTINUI - La rotta Annaba-Sulcis è battuta tutto l'anno. Basti pensare che a febbraio sono arrivate ben 175 persone. "Aspettano il bel tempo", conferma De Santis. I due mezzi navali della Finanza intanto avanzano lungo la costa meridionale dell'Isola, lasciandosi dietro Sarroch e Pula. A bordo i 21 membri dell'equipaggio fanno il punto della situazione. Dallo scorso dicembre il gruppo operativo aeronavale di Cagliari è diventato centro di coordinamento locale per il controllo della frontiera meridionale italiana. Riceve gli ordini direttamente dal centro di coordinamento internazionale al comando operativo di Roma e deve svolgere attività di controllo e di polizia per l'agenzia Frontex. "Il canale di Sardegna è la nostra area d'azione", ricorda.
LA TRAVERSATA - Il mare sembra essere calmo. Condizione ottimale per le partenze da Annaba, punto di riferimento per chi vuole raggiungere la Sardegna. "Gli algerini", prosegue De Santis, "sanno che una volta arrivati nell'Isola riceveranno un foglio di espulsione o di respingimento. Con questo potranno continuare il viaggio verso la Penisola e poi tentare di raggiungere la Francia".
Ma i venti e le correnti cambiano rapidamente. Dopo due ore di navigazione, i pattugliatori della Finanza sono oltre Capo Teulada. Le onde aumentano. "Gli aggiornamenti delle condizioni meteo davanti all'Algeria danno un netto peggioramento. Difficile che qualcuno voglia rischiare la vita affrontando un mare particolarmente agitato", è il parere del tenente Raffaele Rivieccio, al comando del pattugliatore "Oltramonti".
IN MISSIONE - Se qualche barchino fosse partito la mattina presto potrebbe essere intercettato. Il tenente Gabriele Cusato, spinge il "Paolini" in missione al largo. Le ricerche avvengono in due modi. "Con il radar, anche se i barchini usati dai migranti sono piccoli e intercettarli non è semplice", spiega De Santis. "Oppure con l'occhio umano, quando c'è luce. Nel caso di imbarcazioni sospette i nostri mezzi navali si avvicinano, mettendo eventualmente in mare i gommoni in dotazione ai pattugliatori". Tra le 19 e le 21 al largo delle coste del Sulcis ci sono yacht, barche a vela e catamarani. Qualche peschereccio e barche piccole. I controlli sono tutti negativi. "Con gli aerei le verifiche sul Canale di Sardegna sono più semplici", prosegue De Santis. "Abbiamo avuto per un mese un velivolo della polizia lettone. Tra qualche settimana arriverà un elicottero svedese".
GLI SCAFISTI - La luna illumina il mare. All'orizzonte nessun "puntino" nero. "Quando le persone sui barchini intercettati", ricorda il comandante, "non sono in pericolo di vita per noi si tratta di un'operazione di polizia giudiziaria. Si tratta di irregolari e scatta anche una contravvenzione. Altrimenti diventa un soccorso di persona: in questo caso i migranti vengono soccorsi e poi identificati. In entrambi i casi cerchiamo eventuali scafisti. Il più delle volte però gli algerini si sono messi d'accordo: tengono il timone, a turno, sempre verso nord. Nessuno ricopre il ruolo di scafista". Le indagini e le inchieste hanno fatto emergere la presenza di gruppi criminali esperti nell'organizzazione dei viaggi tra Algeria e Sulcis. "Respingere i barchini? Non è previsto. Gli spagnoli fanno intervenire le autorità del Marocco", evidenzia De Santis, "lo fanno perché c'è un accordo con lo Stato nordafricano".
CAMBIO DI ROTTA - Sembra essere una normale giornata di metà agosto. Le operazioni volgono al termine. Una telefonata scombussola i piani dei due equipaggi. Una segnalazione su una nave sposta le attenzioni dei mezzi navali della Finanza. Si rientra a Cagliari. Poi si riparte per una nuova missione.
Matteo Vercelli
LE IMMAGINI DELLA GIORNATA IN ALTO MARE: