Porto Torres ricorda l’affondamento dell’Onda: una tragedia annunciata
Ottanta anni fa sette pescatori persero la vita nel corso di un attacco del sottomarino inglese SafariLuciano Del Giudice, 86 anni, figlio del macchinista Sergio Del Giudice che scampò alla tragedia dell’affondamento dell’Onda, il piropeschereccio finito a picco al largo dell’Asinara il 6 maggio del 1943.
Ottanta anni fa l’imbarcazione fu colpita a cannonate dal sottomarino nemico “Safari” che bombardò il peschereccio in entrambi i lati.
I marinai uscirono a mare sapendo di rischiare la vita perché giorni prima avevano incrociato un sottomarino nelle acque del Golfo. Non vennero creduti e siccome il loro era l'unico peschereccio in grado di rifornire la città e il territorio in tempo di guerra, non poterono fare altro che salpare da Porto Torres per andare incontro a un destino drammatico.
Al termine di quel 6 maggio del 1943, dei nove marinai dell'Onda solo due tornarono a casa: il sommergibile inglese Safari aveva affondato il peschereccio a cannonate di fronte all'Asinara.
Ottant'anni dopo, nella piazza dedicata nel 2013 agli Eroi dell'Onda, è stata scoperta una palina stradale con i nomi di tutti i protagonisti di quel tragico episodio: Emilio Acciaro (marinaio), Paolo Bancalà (marinaio), Salvatore Fois (marinaio), Giuseppe Sandolo (comandante), Antonio Striano (pratico di bordo), Ciro Valente (marinaio), Michele Zeno (capo pesca), Antonio Gavino Sanna (fuochista) e Giovanni Sposito (fuochista).
La cerimonia è stata condotta dal sindaco Massimo Mulas che ha scoperto la targa insieme a una rappresentanza dei discendenti degli Eroi dell'Onda e successivamente vi ha deposto una corona d'alloro. Nel momento dedicato agli interventi, l'assessora alla Cultura Maria Bastiana Cocco ha ricordato come quell'evento rappresenti una ferita mai rimarginata nella storia di Porto Torres, mentre Gavino Ruiu, consigliere comunale discendente di uno dei deceduti nell'affondamento, si è fatto portavoce di tutti coloro che il 6 maggio del 1943 persero un caro, spiegando come quella vicenda abbia segnato il vissuto e le memoria di tanti turritani.
«Una tragedia annunciata - racconta Luciano Del Giudice – perché il sommergibile era stato avvistato qualche giorno prima, il battello nemico era finito nelle reti del peschereccio. Fu Del Giudice stesso a sganciare le reti e su ordine del comandante Sandolo ritornarono in porto per avvisare la Capitaneria della presenza del nemico». Non furono creduti. E cinque giorni dopo l’Onda ricevette l’ordine di uscire in mare a pescare per sfamare la popolazione. Non ebbero alternative: solo quella di morire.