Ha un passo che sa di trionfi, un sorriso che disprezza la guerra e anela alla pace: arriva dal Senegal e si chiama Kaoussou Djitte, l’atleta 34enne che si è innamorato di Porto Torres, la città che lo vuole adottare. Lo vedi volare nella pista di atletica del campo comunale con una forza fisica devastante e la dinamite nei piedi, si ferma per ascoltare i consigli del suo allenatore dell’Atletica Leggera Porto Torres, Antonio Onida, poi parte concentrato, ancora un’altra fuga verso la libertà.

E’ arrivato 5 anni fa, è scappato dal Senegal dove ha lasciato la madre e i suoi 5 fratelli, percorrendo strade a piedi e sui mezzi di fortuna.

E’ salito su un barcone con un biglietto da mille euro e dopo cinque giorni di viaggio in mare è arrivato a Cagliari.

Poi il trasferimento in una casa di accoglienza migranti a Porto Torres dove gioca le sfide dei 5 mila metri, con 4 gare vinte e la voglia di salire sul podio ancora. Successi conquistati grazie al supporto di dirigenti, allenatori e atleti della società Atletica leggera Porto Torres. Non è la storia comune di un clandestino, ma di un progetto di vita che cresce a piccoli passi, una storia di integrazione “faticosa” e di una normalità conquistata. Da qualche anno è ospite presso il centro migranti del Toluca a Platamona, nel territorio di Sassari, ci vive con altri senegalesi e nigeriani. Di giorno Kaoussou fa l’ambulante e di pomeriggio sale in sella alla sua bicicletta per raggiungere a Porto Torres la pista di atletica. Al centro di accoglienza segue qualche ora di lezione di italiano, una lingua che parla a stento ma il tanto che basta per farsi capire: “Voglio restare qui tra i miei amici”. Si riferisce ai suoi colleghi atleti che vogliono che resti. “E’ uno di noi – dicono il vicepresidente dell’Atletica, Claudio Pecorari e l’atleta Lorenzo Vigliotta - merita la cittadinanza italiana, lo ha dimostrato con la sua capacità di volersi integrare, la voglia di lavorare per essere indipendente e di fare sport in modo serio”. Ma a luglio la commissione migranti deciderà se ci sono le condizioni per farlo restare in Italia o disporne il rimpatrio.


 

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