I casalesi Michele e Vincenzo Zagaria, il romano Salvatore Casamonica, il palermitano Salvatore Madonia e lo spietato killer corleonese Leoluca Bagarella.

Sono alcuni degli 85 detenuti al regime di 41 bis nel carcere sassarese di Bancali, lo stesso dove fino a tre giorni fa si trovava l’anarchico Alfredo Cospito, ora trasferito a Opera.

Solo quattro sarebbero però i nomi contenuti nella relazione fornita dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria all'ufficio di gabinetto del ministero della Giustizia e al sottosegretario con delega alle carceri Andrea Delmastro: oltre a Cospito, le persone citate sarebbero Pietro Rampulla, Pino Cammarata, Francesco Di Maio e Francesco Presta. Tra questi spicca il nome di Rampulla, soprannominato l'artificiere per la sua dimestichezza con gli esplosivi, con un passato da estremista nero e indicato come uno degli esecutori della strage di Capaci: secondo le indagini dell'epoca, sistemò la carica finale assieme al cugino di Brusca.

La relazione conterrebbe i contatti e le conversazioni captate riportate dal Gruppo operativo mobile che l'anarchico avrebbe avuto durante la sua ora d'aria con le cosiddette “dame di compagnia”, ovvero i singoli detenuti scelti per l'unico momento di socialità, che avviene tra due persone nel cortiletto di pochi metri quadrati del carcere di Bancali. La scelta può avvenire al massimo per gruppi di quattro, a rotazione.

A Bancali ci sono 85 dei 728 detenuti in tutta Italia al carcere duro del 41 bis (è il numero che risulta dall'ultima relazione del ministero sull'amministrazione della Giustizia nel 2022, di cui solo quattro per terrorismo).

Troviamo ex superboss della mafia, della 'ndrangheta e della camorra, ristretti in celle che si trovano al centro della struttura dai colori bianco e verde, disposta a nido d'ape, come un alveare, dove ogni corridoio non si incrocia con l'altro ed è lungo appena cinquanta metri.

Uno degli ultimi a lasciare il 41 bis da Sassari è stato circa un anno fa Aldo Ercolano, boss catanese e nipote di Nitto Santapaola, trasferito in regime di alta sorveglianza. Dentro restano ancora altri nomi eccellenti della criminalità organizzata, come Valentino Gionta, capoclan di Torre Annunziata, ‘ndranghetisti di primo piano come Francesco Pesce di Rosarno, Domenico Gallico di Palmi e Antonio Pelle di San Luca

(Unioneonline/L)

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