«Lo scorso 22 marzo, durante il convegno “La Transizione Energetica nel Nord Sardegna”, avevamo esposto la nostra posizione riguardo il prolungamento della vita della centrale a carbone di Fiume Santo. I cittadini di Porto Torres da oltre quarant'anni sono esposti a danni ambientali e paesaggistici che la presenza di un impianto alimentato da fonti combustibili comporta. Studi come quelli delle università di Harvard e Stoccarda e anche del Cnr confermano il fatto che vivere nei pressi di una centrale a carbone comporta significativi danni per la salute collettiva, credo quindi sia un diritto per la comunità turritana ricevere misure compensative».

Giuseppe Alesso, presidente dell’Associazione Tuteliamo il Golfo dell’Asinara, interviene a seguito della proposta avanzata dalla Regione Sardegna al Governo nazionale sulla riconversione a gas della centrale termolelettrica di Fiume Santo.

«A questo si aggiungono i danni paesaggistici dovuti alla presenza impattante di una centrale, chilometri di carbondotto lungo la costa e navi carboniere perennemente a poche miglia dalle nostre spiagge».

Per Alesso «va anche ricordato che nessuna delle diverse multinazionali che hanno gestito la centrale in questi 40 anni ha mai pensato di realizzare una qualunque opera a titolo compensativo per i danni che la popolazione ha subito durante quasi mezzo secolo di attività e importanti guadagni». 

© Riproduzione riservata