Si intravede percorrendo la strada che conduce a Cala Sabina, all’interno piccole e grandi lapidi che raccontano storie, di coloro che non ci sono più, ma che nell’isola dell’Asinara ci hanno vissuto. Il cimitero monumentale di Cala d’Oliva, patrimonio di tutti, è in completo stato di abbandono. Una piccola ma preziosa struttura dove le tombe sono ricoperte da erbacce infestanti.

Crescono a dismisura senza che nessuno si preoccupi di estirparle per rispetto dei defunti. Ormai è quasi completamente occultato dalla vegetazione e l’accesso è impossibile. Il cimitero è chiuso da un lucchetto e all’interno le lapidi che ricoprono le spoglie dei cari estinti sono soffocate dalle erbacce. Indigna e offende lo stato di degrado e di incuria in cui si trova. È noto come il camposanto dei bambini dove riposano tanti piccoli angioletti, anime che hanno sofferto come Giovanni Mercurio, morto a soli nove mesi nel 1953.  

Quelle tombe si possono intravedere soltanto attraverso il cancello, un luogo misterioso, pietre sepolcrali consumate dal tempo, dimenticate e prive di qualsiasi intervento di recupero. Un pezzo di storia, testimonianza per le generazioni future e luogo da visitare per i turisti nella stagione ormai avviata. 

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