Sardegna, l'isola che non produce piùCrolla l'industria, male l'agricoltura
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Da popolo di contadini a isola di impiegati e partite Iva. In mezzo, il sogno industriale mai compiuto del tutto e ora completamente svanito: negli ultimi anni la percentuale di occupati nel settore produttivo, la manifattura, è addirittura sceso sotto i livelli del 1951, quando i poli petrolchimici di Sarroch e Porto Torres non erano ancora nati e la piana di Ottana era una distesa verde tagliata in due dal Tirso.
Sessant'anni fa l'industria dava un lavoro al 23 per cento dei sardi, in pieno boom economico si è superato il 35 per cento, poi la discesa in picchiata, fino al 19 per cento. L'agricoltura nel frattempo si è ridotta al minimo indispensabile.
Il resto è stato fagocitato dal settore terziario: «Ci siamo trasformati da un popolo di piccoli produttori a consumatori di prodotti altrui», spiega Francesco Sanna, sociologo economico trentottenne, fondatore dell'osservatorio Seo (acronimo di Sardinian socio-economic observatory), che da qualche mese analizza ed elabora numeri e statistiche sulla Sardegna.