La rivelazione è stata fatta da Gianfranco Batzella, 39 anni, di Sestu, nipote dell'autore dell'omicidio, al sostituto procuratore Maria Virginia Boi. "Mio zio (Niveo Batzella, ndr.) propose a me, Piras e Lecca di uccidere Gianluca Carta". Non dichiarò il movente alla base della spedizione di morte, ma i rancori dovevano essere legati alla gestione di un night club e al traffico di droga. Gianfranco Batzella racconta anche di aver assistito al momento in cui, dopo il delitto, suo zio ripulì il fucile che utilizzò per eseguire la sentenza di morte.

IL DELITTO - Gianluca Carta, prima sequestrato e caricato nel cofano di una macchina dai complici del mandante dell'omicidio, era stato assassinato tra le 4 e le 6 del mattino. Un'esecuzione lucida e fredda: il killer aveva appoggiato la canna del fucile alla nuca e aveva fatto fuoco. Il suo corpo era stato ritrovato da una guardia giurata in località More Corraxe, a Sestu, non lontano dalla 131.

Per l'omicidio sono in carcere Enrico Lecca, di 23 anni, di Assemini (amico di Piras), Paolo Coraddu, anch'egli di 23 anni, di Decimoputzu, lo stesso Niveo Batzella e il nipote Gianfranco Batzella. Mentre Piras sarebbe accusato di avere guidato l'auto che tamponò la Mercedes condotta da Carta, sulla Statale 130, in modo da fermarlo e farlo scendere. Dopo la testimonianza resa al pubblico ministro la scorsa settimana ora gli inquirenti proseguono l'inchiesta per verificare, anche con gli altri arrestati, la veridicità delle parole dette nell'interrogatorio.
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