No ad una distesa di impianti fotovoltaici nelle aree dismesse dell’area industriale di Porto Torres, spazi che rientrano nella perimetrazione delle Zone economiche speciali. La sentenza del Consiglio di Stato respinge il ricorso, presentato in appello dalla Vianini Spa e da Energia Spa, società che avevano impugnato la delibera del Cda del Consorzio industriale provinciale di Sassari in cui si stabilivano limiti precisi sull’utilizzabilità di quelle aree, ritenendo che non potessero essere coinvolte ulteriori superfici, considerate necessarie per l’inserimento di nuove attività finalizzate allo sviluppo programmato dal Cipss e diretto a generare nuova occupazione. La Vianini intendeva realizzare un impianto fotovoltaico della potenza di 3,50 MW in una superficie di 5 ettari di sua proprietà, in cui sorgeva lo stabilimento di produzione di manufatti in cemento, dismesso da circa 17 anni. In particolare il Cda ha stabilito l’utilizzabilità al massimo del 15 per cento delle superfici totali (347 ettari), con possibilità di ampliamento in deroga fino ad un massimo del 20 per cento (460 ettari) del totale delle aree industriali (quindi massimo 35%). Il Consiglio di Stato ha decretato la nullità e l’infondatezza di tale ricorso. “Questa sentenza – sostiene Valerio Scanu, presidente del Cipss - ribadisce la linearità delle scelte strategiche e di programmazione del Consorzio industriale che rendono prioritari l’incremento e l’ammodernamento del sistema consortile e soprattutto iniziative capaci di generare sviluppo economico e nuova occupazione”. Nel caso specifico un’area di assoluta valenza strategica, anche in prospettiva di sviluppo Zes, “si sarebbe trasformata per trent’anni in cinque ettari di pannelli fotovoltaici, senza lasciare alcun valore aggiunto al territorio” aggiunge Scanu. “L’obiettivo del Consorzio - conclude - è stato rafforzato proprio dalla delibera del 2020 che disciplina l’installazione di impianti fotovoltaici per favorire la creazione di un distretto dell’idrogeno.”

© Riproduzione riservata