Dopo la scoperta straordinaria di reperti d’epoca fenicia, tra gli scavi nella ex Provinciale 8 per costruire l’impianto di produzione d’idrogeno, c’è un nuovo obiettivo: un museo, dove esporre la storia di Sestu, tra i reperti trovati di recente e altri già noti, risalenti addirittura al neolitico.

È stata approvata da tutto il Consiglio Comunale la mozione presentata da Valentina Meloni di Progetto Per Sestu, e sottoscritta da tutto il resto della minoranza, dopo una breve discussione a porte chiuse con la maggioranza è stato scritto il testo finale. «La sindaca, gli assessori competenti e tutta l’amministrazione comunale si impegnano ad adoperarsi tempestivamente per affrontare la questione della gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico al momento inaccessibile – si legge nella mozione – e a reperire un locale tra quelli comunali idoneo alla custodia ed esposizione dei reperti”.

Il luogo prescelto è la palazzina dove oggi c’è la Biblioteca Comunale in via Roma, e che rimarrà vuota quando questa traslocherà, alla fine dei lavori, nella nuova sede di via Donizetti. A Sestu è già stato ritrovato un villaggio neolitico a san Gemiliano, di oltre 5000 anni fa, e più recentemente le anfore di una necropoli fenicia dell’ottavo secolo avanti Cristo, con dentro resti umani. Parte dei reperti neolitici si trovano al museo archeologico di Cagliari, altri sono conservati in un magazzino sopra alla Farmacia Comunale di Sestu, in piazza Rinascita, non visitabile per ragioni di sicurezza.

«L’idea è sempre mettere i reperti nella attuale sede della biblioteca, l’abbiamo previsto dal nostro primo mandato», ha spiegato la sindaca Paola Secci: «All’inizio c’era l’associazione Sextum, con volontari che hanno catalogato i reperti trovati da cittadini in campagna o in terreni privati. Poi la Sovrintendenza ci ha detto di trovare un locale adatto per custodirli, e che senza i requisiti non si può aprire al pubblico. Non sappiamo ancora se la palazzina in via Roma andrà bene, forse servirà qualche adattamento».

Interviene anche la Sovrintendenza Archeologica: «Gli scavi, condotti direttamente dalla nostra Soprintendenza e diretti dal nostro funzionario dottor Enrico Trudu, proseguiranno ancora per qualche settimana», spiega la dirigente Monica Stochino: «Intanto sono iniziati nei laboratori gli interventi per restaurare i reperti. Auspichiamo per il futuro di poter avviare proficue collaborazioni con l’amministrazione locale per valorizzare il patrimonio culturale di questo territorio».

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