Sestu, dagli scavi per la rete del gas spunta una necropoli punica
La scoperta durante i lavori in strada sull’ex provinciale 8: mobilitati gli archeologi della SoprintendenzaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Almeno sei anfore ben conservate con dentro ossa umane, probabilmente di bambini. Ma anche tantissimi altri reperti, ceramiche antiche e una fossa ancora da scavare che potrebbe contenere altre meraviglie di un passato millenario.
La scoperta
Una necropoli punica risalente al IV o III secolo avanti Cristo è venuta alla luce durante i lavori per la posa della rete del gas sulla ex provinciale 8 che collega Sestu alla zona commerciale, una delle strade più trafficate dell’hinterland cagliaritano. Una scoperta importante, capace di riscrivere una pagina di storia di questo angolo di Sardegna oggi invaso da mega store e capannoni. La prima anfora è venuta alla luce agli inizi febbraio. Gli operai incaricati da Italgas hanno subito spento le ruspe, avvisando l’archeologo che sorveglia il cantiere. Da lì l’intervento degli esperti della Soprintendenza, guidati dal funzionario Enrico Trudu, archeologo specialista proprio dell’epoca fenicio-punica.
L’esperto
«Siamo ancora in fase di scavo – spiega l’esperto -, ma posso confermare che in più punti sono emersi dei contesti chiaramente ascrivibili a una necropoli punica. In particolare abbiamo già ritrovato sei anfore con delle ossa umane, di bambini ma forse anche di adulti, ipotizziamo risalenti al terzo o quarto secolo avanti Cristo. Inoltre sono emersi in sezione più materiali ceramici che stiamo portando alla luce ed esaminando». Pochi dubbi comunque sull’origine dei reperti: si tratta di tombe a enchytrismos, cioè inumazioni in anfora poste all'interno di una fossa scavata nel banco roccioso e in cui di solito i defunti erano neonati o bambini poco più grandi.
Le anfore-bara
«Nelle sepolture a enchytrismos l’anfora veniva usata come un astuccio, una sorta di bara che poteva contenere sia corpi di bambini che di adulti – conferma Trudu –, in alcune di quelle che abbiamo recuperato c’erano delle ossa umane, ossa che sono state ritrovate anche in vari punti attorno. Che il contesto sia funerario è fuori di dubbio. C’è anche una fossa che stiamo andando a indagare, come stiamo lavorando lungo tutta la trincea iniziando dai punti più esposti che poi andremo ad ampliare». Il sito potrebbe riservare dunque ancora molte sorprese, anche se questa scoperta non è del tutto inaspettata. «La zona non è distante da quella di Moriscau – spiega Trudu - dove c’è un insediamento archeologico già sottoposto a vincolo, per cui era verosimile aspettarsi qualcosa di interessante anche qui». Non sarà però possibile a quanto pare procedere con una campagna di scavi massiccia. «La trincea è all’interno di una carreggiata stradale e tutto attorno ci sono capannoni industriali e commerciali – conclude l’esperto – sarà impossibile indagare tutta la necropoli ma è importante analizzare e mettere in sicurezza le parti e i reperti venuti alla luce, anche per avere un’idea di cosa si potrebbe trovare nel caso di future opere pubbliche».
Sorveglianza e lavori
Nel frattempo l’area degli scavi è stata messa sotto stretta sorveglianza, soprattutto notturna, da parte dei carabinieri di Sestu e di quelli del Nucleo tutela del patrimonio culturale. Sono state installate anche delle telecamere e i pattugliamenti sono costanti per scongiurare le incursioni dei tombaroli. Quanto ai lavori del gas, che tanti problemi di traffico stanno creando, certamente subiranno un rallentamento anche se a quanto pare non sono stati sospesi. Gli operai si sono infatti spostati in un altro settore “pulito” e torneranno nella zona dove sono stati trovati i reperti soltanto quando gli archeologi avranno ultimato di riportare alla luce quei tesori rimasti nascosti per 2400 anni.
Massimo Ledda