Pietre sovrapposte, a mo’ di giardino Zen. Belle da vedere, secondo qualcuno. Ma se piazzate nell’ambiente dal delicatissimo equilibrio di “Su stampu ‘e su turnu” a Sadali diventano uno sfregio. 

A far emergere l’atto molto mistico ma poco civile a due passi nel paradiso d’acqua e pietra del paese barbaricino sono coloro che ci portano i turisti: i membri della cooperativa “Le tre fate”, che organizza le escursioni nel territorio. 

«"Lascia il posto come l'hai trovato". Quante volte ci è capitato di leggere questa frase in luoghi pubblici o nei siti naturalistici?  Lo stesso concetto deve valere per tutti coloro che decidono di visitare Sadali», si legge sulla pagina ufficiale, con le foto a corredo. 

«Purtroppo, siamo ormai abituati a raccogliere immondizia nel bosco delle grotte.  Siamo purtroppo abituati anche a vedere spostato svariate volte l'affascinante tronco di ginepro (situato proprio di fronte alla Cascata de "Su Stampu de su turnu")». 

Per le guide  è necessario e doveroso ricordare che la cascata de "Su stampu ‘e su turnu" «è un monumento naturale dichiarato tale dalla Regione nel 1989 e si trova in un'area Sic (Sito di Interesse Comunitario), pertanto non si possono spostare rami, tronchi e pietre per nessuna ragione. Tanto meno per rendere più scenografiche le foto scattate con lo smartphone o con la macchina fotografica professionale».

Inoltre, anche se esteticamente carini, per la stessa ragione «non si possono fare i cosiddetti "giardini zen" soprattutto nel punto in cui avviene lo stillicidio, sia perché viene interrotta la naturale caduta della goccia sia perché quelle pietre bilanciate non appartengono a quel luogo, che è così da milioni di anni».

(Unioneonline/E.Fr.)

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