È merito del Comitato permanente e della Parrocchia Santa Barbara se da alcuni anni nella cittadina della Trexenta viene celebrata una grande festa in onore di San Salvatore da Horta, il religioso dell’ordine dei Frati Minori Osservanti nato nel 1520 nella diocesi di Gerona in Spagna e morto il 18 marzo 1567 a Cagliari. 

I fedeli, dopo la messa celebrata dal parroco don Giancarlo Dessì con la predica di padre Enrico Mascia dei Frati Cappuccini, hanno accompagnato il simulacro sino alla chiesetta di San Sebastiano (attraverso via Carlo Sanna, via Massimo Coraddu, via Giuseppe Antonio Lonis e via Giuseppe Atzeni) dove è stata impartita la benedizione ai presenti. A fine serata il tradizionale “cumbidu” allietato dai suonatori e dai gruppi folk. 

Il presidente del Comitato è Salvatore Caria (in paese tutti lo chiamano affettuosamente Toto), figlio di Massimo, l’uomo che nel 1949 si era rivolto al santo per guarire dalla peritonite. «Dopo 16 giorni di ricovero e una diagnosi che lasciava poche speranze, mio padre promise a San Salvatore da Horta di acquistare un suo quadro in segno di devozione e ringraziamento se lo avesse liberato dalla malattia. Subito dopo la preghiera e la promessa, guarì e ritornò a casa da moglie e figli», racconta Toto Caria, soddisfatto per la grande partecipazione della comunità che ancora una volta ha voluto dimostrare la propria devozione al santo guaritore.

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