Non bastano le parole per combattere il razzismo. Servono gesti, azioni, scelte quotidiane. Serve esserci. E loro c’erano: centinaia di ragazzi e ragazze hanno riempito il parco di Monte Claro con la loro energia, la loro voglia di esserci davvero, di essere parte di qualcosa di più grande.

Questa volta, a parlare sono stati il calcio, la musica, l’arte, il confronto faccia a faccia. L’inclusione ha avuto il suono dei cori dagli spalti, il ritmo dei passi sul campo, il colore delle tele dipinte insieme.

La manifestazione “Giovani e Inclusione: il futuro delle Città Metropolitane”, organizzato nell’ambito della XXI Settimana d’Azione contro il Razzismo promossa dall’Unar, ha visto scendere in campo studenti, associazioni e persino il Cagliari Calcio, con la presenza speciale del centrocampista Antoine Makoumbou. Un’icona di talento e integrazione, un ragazzo che conosce bene cosa significhi abbattere barriere, accolto dai giovani con il rispetto e l’ammirazione riservati a chi, con i fatti, dimostra che il mondo si cambia davvero, un passo alla volta.

Al torneo tra gli studenti dell’Istituto Giua, dell’ITE Martini e dei licei Michelangelo e Pacinotti non solo gol, ma anche la voglia e la capacità di giocare e stare insieme, riconoscersi nell’altro. Ha vinto l’Ite Martini, seguito dal Michelangelo, ma il premio più importante è andato all’Istituto Giua per il fair play e al Pacinotti per l’inclusione.

Poi è arrivato il momento dell’Asd Gioventù Calcio Assemini - team Arieti, squadra composta da ragazzi con disabilità, che ha giocato un’amichevole capace di emozionare e insegnare più di mille parole.

Intanto nella sala polifunzionale, il dibattito ha visto il vicesindaco metropolitano Francesco Lilliu e la pedagogista Monica Mandis confrontarsi con i ragazzi: «L’inclusione non è un gesto, è un processo», ha sottolineato Mandis. «Possiamo scegliere se vedere negli altri una minaccia o un’opportunità. Se costruire muri o ponti. La scelta spetta a noi».

A chiudere la giornata, la musica, l’arte e la creatività, tra esibizioni di danza, contest musicali e performance artistiche, l’inclusione ha preso mille forme diverse, dimostrando che non esiste un solo modo per dire no al razzismo. L’importante è dirlo, sempre.

In questo contesto, il Crei Acli sta portando avanti il progetto “SPACES - Sviluppo delle

Potenzialità e delle Abilità Contro l’Emarginazione Sociale dei giovani con background migratorio

in Sardegna”. Il progetto mira a supportare i giovani con background migratorio,

favorendo il loro inserimento sociale e professionale e promuovendo percorsi di inclusione e

crescita.

Sempre venerdì scorso, il Crei Acli, in collaborazione con le Acli della Sardegna, Blue

Sardinia Asd e Progetto #EATSardegna, ha organizzato un torneo di calcio che si è svolto a Cagliari all’Ossigeno. Qui, 28 giocatori di 13 nazionalità differenti: Marocco, Iran, Siria, Gambia, Congo, Guinea, Arabia Saudita, Algeria, Tunisia, Kirghizistan, Bangladesh, Senegal e Brasile si sono sfidati a suon di gol. 

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