Laziale di nascita, sardo d'adozione. E nell’Isola resterà anche da pensionato. Ma questo era scontato visto che il maggiore Gianni Russo, la sua professione da carabiniere, prima da maresciallo, poi da ufficiale, l’ha svolta quasi tutta in Sardegna.

Ha comandato anche la Compagnia di Dolianova e per diversi anni il Nucleo operativo dalla Compagnia dei carabinieri di Quartu.  A Sinnai, ultimo atto con la divisa per incontrare i cittadini, gli anziani in particolare, per parlare in biblioteca di truffe e come prevenirle. E’ salito in cattedra, dopo aver fatto per una vita l’investigatore con quella divisa che toglierà domani per godersi la pensione.

In Sardegna, il maggiore Russo è arrivato nel lontano 1984, a Cagliari. Da sottufficiale è stato al Nucleo radiomobile di Cagliari, per vent’anni al Ros, quando i sequestri di persona in Sardegna facevano ancora paura. Poi in Legione per 10 anni , dal 2018, con il grado di tenente. Quindi il salto alla Compagnia di Quartu, terza città della Sardegna. Infine, i gradi di capitano e quello di maggiore, con il quale domani si congeda.

«Ne sono orgoglioso. Amo questa Quartu e tutta la Sardegna», dice. «Mi sono trovato benissimo. Nell’ambito della Compagnia si è avuto a che fare con qualche omicidio, sia a Quartu che nell’hinterland. Ma tutto sommato si vive ancora a misura d'uomo. La microcriminalità non manca, ma si riesce a contenerla, facendo soprattutto prevenzione».

Negli ultimi mesi ha spesso incontrato i cittadini, anziani in particolare, per parlare di truffe. «Un fenomeno preoccupante in tutto il territorio nazionale», chiude Russo. «Le vittime non sono solo gli anziani. Bisogna parlarne e denunciare: è un fenomeno da sradicare».

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